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Lo stop della Russia alle forniture di petrolio fanno aumentare i prezzi

Ago 9, 2022

AGI – Nervosismo e incertezze dominano oggi il mercato del petrolio. Wti e Brent altalenano guadagni e ribassi sui timori legati ad una recessione economica e alle incertezze geopolitiche.

La mattinata si era aperta con prezzi ancora in ribasso forti dei progressi nei negoziati per rilanciare l’accordo nucleare iraniano del 2015, che spianerebbe la strada ad un aumento dell’export di greggio di Teheran. 

I timori di una recessione portato al ribasso i prezzi del greggio da un mese a questa parte ma l’outlook rimane incerto sulla scia delle tensioni geopolitiche. Tensioni geopolitiche che si sono concretizzate a metà mattinata quando la Russia ha comunicato di aver bloccato le esportazioni di petrolio attraverso il tratto meridionale dell’oleodotto Druzhba.

In una nota stampa Transneft ha spiegato che il pagamento del diritto di transito attraverso l’Ucraina per il mese di agosto, effettuato il 22 luglio, è stato rifiutato il 28 luglio a causa dell’entrata in vigore di alcune sanzioni contro Mosca. Da qui la decisione di stoppare le forniture a partire dal 4 agosto

Notizia che ha fatto balzare il prezzo di Wti e Brent di circa un dollaro al barile, rispettivamente a +1,28% a 91,325 dollari e a +1,35% a 97,955 dollari. Entrambi i benchmark petroliferi viaggiano comunque ai minimi da febbraio e hanno toccato i livelli pre-invasione ucraina da parte della Russia.

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