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iPhone 7 e Watch Series 2, un mese con i nuovi dispositivi Apple: le differenze con i predecessori – Il Messaggero

Ott 22, 2016
L’iPhone 7 è uscito sul mercato italiano più di un mese fa, anche se molti di coloro che hanno scelto di preordinarlo nella colorazione nuova e più ambita, il Jet Black, lo staranno ricevendo in questi giorni. Un’attesa senz’altro giustificata, per chi è fortemente dotato di pazienza, dall’oggettiva bellezza del dispositivo nero lucido (la versione 7 esteticamente in questo caso è meglio della 7 Plus) ma che, considerata la vita media di un cellulare oggi, costa cara privando i proprietari del nuovo gioiellino Apple per un prezioso mese. Prezioso perché un mese è giusto il tempo che ci vuole per prendere dimestichezza con il nuovo dispositivo e poterne apprezzare le differenze con i predecessori. Senza considerare tutto il tempo che i possessori dell’ “all black” di Cupertino passeranno a lucidarlo e a controllare che non si sia graffiato. Ma questa è un’altra storia.

Diciamoci la verità: a vederlo da fuori, solo i più affezionati seguaci della Mela riuscirebbero a distinguere un iPhone 7 da un 6s (a meno che, ovviamente, non sia nel colore di cui sopra). Questo perché in effetti, a livello estetico, la scocca è molto simile. Eppure, forse per la prima volta, molte delle differenze fondamentali del nuovo iPhone sono in quei dettagli che ben presto si notano quando se ne prende in mano uno: la fotocamera posteriore doppia nel caso del 7 Plus, l’assenza della presa jack e il tasto home. Dettagli appunto, che però, giorno dopo giorno, modificano di molto l’esperienza di utilizzo.

Cominciamo dalla presa jack. Quella di eliminarla è stata la scelta di Cupertino in assoluto più discussa e contestata degli ultimi tempi. Senza entrare nel merito se sia giusto o meno sottrarre all’umanità una tecnologia che esiste dagli anni ’50 (anche sì), c’è da dire che Apple in questo caso è stata onesta con i consumatori. Nella confezione dell’iPhone si trovano gli auricolari forniti della presa Lightning, quindi dal momento in cui si attiva lo smartphone per la prima volta si hanno a disposizione delle cuffie per ascoltare la propria musica preferita. Non solo, perché dentro la scatola c’è anche un adattatore con la cara vecchia presa jack, grazie al quale poter connettere al telefono anche le cuffie acquistate il mese scorso o quelle ereditate dalla nonna. Quindi tranquilli: non serve, come ha consigliato un bontempone su YouTube, trapanare l’iPhone (non ridete: c’è chi l’ha fatto veramente. Ok, ok, ridete).

Niente da dire quindi, considerato che quando Apple sostituì il vecchio connettore dock dell’iPhone 4s con il Lightning dell’iPhone 5 neutralizzò in un sol colpo tutti gli accessori possibili e immaginabili non mettendo nella confezione del nuovo smartphone nessun adattatore. Anzi, comprarne uno era pure parecchio costoso, mentre stavolta costa meno di 10 euro. Eppure preparatevi mentalmente, perché il giorno infausto arriverà. Arriverà il giorno in cui vi prenderà una voglia matta di ascoltare la musica dal vostro iPhone e chiederete in prestito un auricolare a un vostro collega, come avete fatto decine di volte. Ma stavolta quel cavo non entrerà. E voi rimarrete basiti con le cuffie in mano a guardare quel jack da 3,5 millimetri mentre mezzo ufficio riderà di voi. Bene, quando accadrà, voi non dategliela vinta: sappiate che state pagando il prezzo del progresso. E quindi, già che ci siete, approfittatene per sparare la musica a tutto volume direttamente dagli altoparlanti dell’iPhone 7, che sono situati sia nella parte superiore che in quella inferiore del dispositivo, creando finalmente un effetto stereo che possa dirsi tale e che non vi costringerà mai più a usare la mano a cucchiaio come cassa di risonanza improvvisata, tipo canto a tenore sardo. Vedrete, la situazione volgerà a vostro favore. O comunque, molto dipenderà dalla musica che metterete.

Il secondo vero elemento di novità lo si scopre non appena si compie l’azione più comune con un iPhone. No, non scattarsi un selfie in bagno, quella ancora precedente: premere il tasto Home. Ecco, qui la sorpresa è autentica, perché il tasto Home non è più un tasto, o almeno non nel senso fisico del termine. Per rendere l’iPhone 7 impermeabile ed eliminare quanti più possibili “punti deboli”, l’azienda di Cupertino ha escogitato un modo alquanto elegante, sostituendo il pulsante Home con una superficie touch, che alla pressione rimanda un cosiddetto “feedback aptico” (una vibrazione) che dà l’impressione di aver effettivamente premuto qualcosa. E ci riesce talmente bene che all’inizio non ci si rende conto che nulla viene effettivamente premuto. Ma chi vive in Paesi più freddi del nostro se n’è accorto eccome, perché se indossi un paio di guanti, o tenti di premere il finto tasto con un oggetto qualsiasi, non accadrà nulla: il sistema touch ha infatti bisogno del contatto con la pelle per funzionare. In compenso, però questa novità risolve altri due problemi, e non certo da poco: annulla la pressione involontaria (magari in borsa) che finiva per far accendere lo schermo continuamente e, soprattutto, riduce di molto le possibilità che il tasto si rompa o si incastri.

Ma non finisce qui. Sbloccando lo schermo grazie al nuovo tasto Home dotato, come per i precedenti modelli di iPhone, di un lettore di impronte digitali di una reattività davvero sorprendente, si accede finalmente alla schermata delle app. Qui ben presto ci si rende conto che il “pulsante-non pulsante” non è l’unica cosa che rilascia il feedback aptico, ma ora anche i menu a tendina, la regolazione dell’orologio e della sveglia, i settaggi, tutto insomma ci dà la sensazione, di immane goduria tattile, di funzionare in maniera meccanica grazie a piccole vibrazioni. Ora davvero non sembra di passare semplicemente le dita su un pezzo di vetro, ma di utilizzare un meccanismo complesso. Un’emozione tutta analogica in quel che più digitale non potrebbe essere. Bello.

Finalmente arriviamo così a quella che, almeno secondo il sottoscritto, è l’innovazione davvero più degna di nota dell’iPhone 7 e del suo fratello maggiore iPhone 7 Plus: la fotocamera. Si tratta davvero dell’innovazione in grado di fare la differenza, anche rispetto ai competitor. Nell’iPhone 7 è stato infatti introdotto lo stabilizzatore ottico il che, tradotto nella maniera più terra terra possibile, vuol dire che non solo le foto di giorno (già notevoli nel 6s), ma ora anche quelle scattate di notte o in condizioni di luce sfavorevoli danno grande soddisfazione. Una soddisfazione che anche i più pigri possono provare, visto che per avere un bilanciamento della luminosità soddisfacente basta affidarsi ai settaggi automatici. Per non parlare della vera chicca, riservata però solo ai possessori della versione extralarge dello smartphone, il 7 Plus: lo zoom ottico. Spiegandolo anche qui in parole povere, si può zoomare fino a 2x mantenendo la definizione dell’immagine praticamente inalterata. Da 2x a 10x si passa invece allo zoom digitale, che quindi tende via via a sgranare.

Apple Watch Series 2. Insieme al nuovo iPhone abbiamo avuto modo di provare anche Apple Watch Series 2, la nuova versione dell’orologio intelligente della Mela. Qui l’esperienza d’uso non cambia moltissimo, se non fosse per il fatto che il nuovo Watch permette di cambiare i quadranti molto più rapidamente e che fra questi ce ne sono alcuni che manderanno letteralmente in visibilio gli appassionati e i nostalgici dei cartoni animati Walt Disney (quindi probabilmente il 99 per cento abbondante della popolazione mondiale). Fra gli sfondi possibili ci sono infatti quelli con Minnie e Topolino, sia in versione bianco e nero che Technicolor, e toccando lo schermo i personaggi ci diranno che ora è con le voci originali. Aspettate di provarlo, prima di dire che è una stupidaggine. E, per i maschietti in ascolto, sappiate che su un campione di 10 donne, almeno 8 restano quantomeno intenerite da tutto ciò. A buon intenditor.

Il nuovo Watch è poi dotato di gps, e quindi vi segue nelle vostre sessioni quotidiane di footing, disegnando con il supporto dell’app che preferite (Runtastic, per dirne una) il vostro percorso su una mappa. Per i più arditi, l’orologio può anche fungere da guida durante il trekking, mandando degli avvisi quando si sta abbandonando un sentiero per evitare di perdersi. Mentre per i più stressati, c’è la nuova funzione “Respirazione”, che a intervalli regolari durante la giornata vi invita in maniera molto efficace a concentrarvi ed a inspirare ed espirare profondamente per un minuto.

Ma poi c’è soprattutto una novità, fondamentale: l’orologio resiste all’acqua. Non come l’iPhone 7, che se cade accidentalmente nel lavandino non succede nulla ma che se vi tuffate in piscina scordandovi di averlo in tasca sono dolori (resiste fino a un metro di profondità per un massimo di 30 minuti). Ma proprio come gli orologi subacquei di una volta: può immergersi a una profondità massima di 50 metri ed è particolarmente consigliato ai nuotatori, visto che funziona anche da braccialetto fitness che tiene traccia della distanza percorsa e misura il battito cardiaco. O, più semplicemente, permette di indossarlo sotto la doccia. L’importante comunque è attivare la modalità subacquea, per evitare che gli spruzzi d’acqua accendano lo schermo e chiamino inavvertitamente il vostro capo mentre cantate a squarciagola “Andiamo a comandare”. Anche se in effetti in quel caso il licenziamento sarebbe meritato.

andrea.andrei@ilmessaggero.it

Twitter: @andreaandrei_

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