• 27 Aprile 2024 3:35

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Intelligenza artificiale, Apple svela i suoi segreti (per la prima volta) – Corriere della Sera

Dic 27, 2016

apple1Gli studi sull’intelligenza artificiale, e i conseguenti servizi forniti da macchine capaci di imparare (e man mano di “sentire”), saranno il centro dell’impegno dei marchi tecnologici per il 2017. Il terreno è stato preparato negli anni scorsi – con oltre una sessantina di acquisizioni maggiori dal 2011 a oggi – fino ad arrivare alle dichiarazioni di Google che per l’anno nuovo si descrive come un’azienda “Ai first”. Proprio Mountain View a fine settembre è stata tra le fondatrici della Partnership on Artificial Intelligence, un’unione di intenti e di studi (e di lobbying) che ha visto la partecipazione di Ibm (con il suo Watson), Amazon (Alexa), Microsoft (Cortana) e Facebook (Jarvis). Zuckerberg stesso si è messo in gioco, con tutta la famiglia, con una dimostrazione pre-natalizia dell’assistente virtuale di Palo Alto che a dire il vero è sembrata più uno spot che una realtà matura.

Chi mancava all’appello, oltre al consorzio OpenAi di Elon Musk nato un anno fa e che sembra voler giocare da solo (o quasi, in realtà), era Apple, da sempre gelosa della propria ricerca e dei propri progetti. Ma l’intelligenza artificiale è un affare ben più grande, per così dire, delle funzionalità di Siri. Così dopo pochi mesi da quando Cupertino “si è fatta soffiare” da Samsung la startup Viv, nata dai creatori proprio dell’assistente della Mela, Apple ha deciso sul tema di cambiare politica, di aprirsi. Lo raccontava bene Bloomberg a inizio mese. E non si trattava solo di una dichiarazione di intenti: il 22 dicembre è arrivata la pubblicazione del primo studio sull’intelligenza artificiale frutto di un team di ricercatori della Mela (nella foto sotto il capo-progetto Ashish Shrivastava). Lo studio, come scrive Forbes, descrive una tecnica su come migliorare “l’addestramento” della capacità di un algoritmo di riconoscere le immagini Ashish-Shrivastavausando quelle generate dal computer – più digeribili per un’intelligenza sintetica – piuttosto che immagini del mondo reale, che necessitano un intervento umano.

La mossa di Cupertino è legata anche alla necessità di rendersi più appetibile (e digeribile) ai migliori cervelli che lavorano sull’AI, per poi fare recruiting. Il riserbo e la segretezza di Apple sulle ricerche si sono rivelate un ostacolo, un vero e proprio boomerang, dal momento che per la carriera di uno scienziato la qualità e la quantità delle pubblicazioni conta. Al punto che la comunità di studiosi sull’intelligenza artificiale aveva criticato apertamente la politica di Cupertino. Che ora con questa svolta si appresta a tornare alla carica sul proprio ecosistema basato sul machine learning. Ecosistema dalla portata ampia – come per tutti i brand -, andando a toccare aspetti più “semplici” come gli algoritmi sfruttati dalla fotocamera dell’iPhone fino ai servizi sempre più “smart” proposti dall’azienda.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close