DURISSIMO botta e risposta tra l’eurodeputata Pd Pina Picierno e il vicepresidente della Camera M5S Luigi Di Maio.
Al centro, le presunte ombre di camorra che potrebbero allungarsi sul voto amministrativo di Mondragone. Ancora una volta, dei post che rischiano di mettere in imbarazzo il deputato del M5S. Nel novembre scorso, Di Maio si era dovuto giustificare per una foto casualmente scattata con il fratello dello stake holder dei rifiuti della camorra, Gaetano Vassallo. Nel marzo 2014, aveva invece spiegato la vicinanza con il figlio del boss cutoliano Corrado Iacolare: ma Franco, incensurato, era già attivista dei M5S a Giugliano.
Stavolta, ad accendere lo scontro, è la Picierno che riporta una foto in cui compare Di Maio con alcuni giovani attivisti, tra i quali c’è un nipote (incensurato) del boss Augusto La Torre e, a margine, un messaggio a sostegno firmato dal figlio dello spietato padrino: prima “collaboratore di giustizia”, poi espulso dal programma di protezione, oggi detenuto. Francesco Tiberio La Torre scrive: «Aria nuova la speranza per i giovani si intravede. Picierno attacca: «A Mondragone ci saranno tra poco le elezioni, e Di Maio oggi è venuto a supportare la lista M5S.
Il figlio del boss La Torre commenta entusiasta. Ma Di Maio che messaggio invia a chi a Mondragone si batte contro la camorra? Lo sa che il figlio non ha mai preso le distanze dalla storia criminale del padre? Spero voglia chiarire immediatamente da che parte sta. Sulla camorra non si scherza».
Di Maio replica. «Il M5S è contro la camorra con tutte le sue forse e quindi contro quella famiglia. Non rispondo di commenti o foto rubate». E, di nuovo la Picierno: «Comunicalo anche ai parenti dei boss che
ti acclamano ». Si dice «indignato» il vicesindaco di Mondragone, Benedetto Zoccola, oggi sotto scorta dopo alcune sue denunce.«Che un vicepresidente della Camera, appartenente a un Movimento che ha fatto della lotta alla corruzione il proprio mantra, si faccia sostenere sui social dal figlio del boss Augusto La Torre, pluriomicida, appoggiandolo perfino in campagna elettorale, è inaccettabile. Un fatto di inaudita gravità».