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Il fax è morto? Macché, per 3 Italia è tecnologia avanzata

Dic 19, 2016

Pensavate che il fax fosse morto e sepolto, travolto da e-mail e PEC? Ebbene no, da qualche parte, in un polveroso ufficio di H3G – 3 Italia, devono esserci squadre di tecnici rianimatori che tengono in vita qualche erede della macchinetta per fare scansione e trasmissione dei documenti inventata nel 1929 dal teutonico Rudolf Hell.

Già, perché – come hanno rilevato gli ispettori dell’AgCom – gli addetti di H3G – 3 Italia, “in special modo se appartenenti a pool dislocati all’estero, invitano a presentare reclami…a mezzo fax”. Cartellino rosso e multa di 300mila euro.

fax machinefax machine

La delibera AgCom del 24 novembre scorso propone l’immagine di un Paese afflitto dal divario digitale. Da un lato ci sono SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), Posta Elettronica Certificata, Firma Digitale; dall’altro “giapponesi nella giungla” armati di fax, che rifiutano di arrendersi.

H3G – 3 Italia non è l’unica grande azienda erogatrice di servizi pubblici a ostinarsi col fax o con la raccomandata di carta. È in ottima compagnia. Fino a qualche mese fa l’Agenzia delle Entrate e la Rai si rifiutavano persino di accettare la PEC per l’esenzione dal pagamento del canone. Poi, travolti dal ridicolo, hanno dovuto fare marcia indietro. D’altronde a 45 anni dall’invenzione dell’e-mail, in Italia ci si interroga ancora sul suo valore legale e giuridico.

Quanto al fax, c’è chi ha provato a fare una legge per mandarlo definitivamente in pensione, ma ha dovuto desistere. La morale di questa storia è: tenetevi buoni i vostri vecchi fax o cercatene uno ancora funzionante in un mercatino dell’usato, in attesa che Diego Piacentini e la sua squadra facciano l’Italia Digitale. Adesso scusatemi, devo lasciarvi perché ho da spedire un fax.

PS. La sanzione di 300mila euro inflitta a H3G- 3 Italia non riguarda soltanto il fax, bensì per aver “predisposto un albero di navigazione IVR, associato al servizio di assistenza clienti 133, eccessivamente articolato e non sufficientemente chiaro e trasparente, rendendo impossibile per gli utenti riuscire a parlare con un addetto in tempo reale, in quanto è data facoltà solo di esprimere la volontà di essere ricontattati entro 48 ore. Va, d’altra parte, osservato che, di norma, gli addetti non consentono di presentare reclami telefonicamente ledendo, quindi, il diritto degli utenti, previsto dalla normativa vigente, di poter facilmente rappresentare le proprie doglianze senza ricorrere necessariamente alla formalizzazione di un reclamo scritto”.

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