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Gran Bretagna, una Brexit “dura” può costare 73 miliardi l’anno. Vtb abbandona la City

Ott 11, 2016

LONDRA – Un nuovo monito sui costi di un “hard Brexit”, cioè dell’uscita della Gran Bretagna non solo dall’Unione Europea ma anche dal mercato unico: causerebbe una perdita di 66 miliardi di sterline l’anno nelle casse dello Stato (oltre 73 miliardi di euro al cambio attuale), secondo un rapporto confidenziale del ministero del Tesoro britannico. Un nuovo campanello d’allarme sul possibile esodo dalla City a causa di Brexit: il colosso russo Vtb è la prima banca ad annunciare che si trasferirà da Londra per poter continuare a operare in un’Europa senza frontiere (Francoforte, Parigi o Vienna le ipotesi). E intanto la sterlina continua a dare segni di fragilità, con gli analisti che prevedono la parità con l’euro come punto d’arrivo.

Sono gli ultimi segnali che arrivano dalla battaglia su Brexit. Il primo è frutto di uno scoop del Times, che ha potuto leggere un documento riservato del ministero del Tesoro. Secondo il rapporto in questione, se il Regno Unito uscisse dal mercato comune europeo rischierebbe di perdere 66 miliardi di sterline in tasse allo Stato britannico, pari a circa un decimo di quanto la Gran Bretagna conta di raccogliere in imposte nel 2016. L’indagine calcola inoltre che il Pil potrebbe cadere di 9 punti e mezzo, facendo precipitare il paese in recessione.

E’ invece il Financial Times a riportare questa mattina che la Vtb, seconda più grande banca di Russia, ha annunciato pubblicamente l’intenzione di lasciare Londra come proprio quartier generale europeo per ricollocarsi in Francia, Germania o Austria. “Avevamo piani di ingrandire la sede londinese”, afferma Herbert Moos, vicepresidente della banca, “ma dopo Brexit li abbiamo fermati e stiamo pensando a consolidarci altrove. Il nostro consiglio d’amministrazione indicherà dove entro fine anno”. Cioè ancora prima che abbiano inizio, in primavera secondo le dichiarazione di Downing street, i negoziati fra Londra e Bruxelles sul “divorzio”. Il quotidiano britannico calcola che, se le banche e altri servizi finanziari non potranno operare liberamente in tutta Europa da una base a Londra, ovvero se ci sarà l’uscita dal mercato comune, la City potrebbe perdere 71 mila posti di lavoro, quando altre società seguiranno la decisione della Vtb, con una perdita di 10 miliardi di sterline l’anno in tasse per l’erario.

Nel frattempo la sterlina rimane sotto pressione sui mercati valutari, continuando a indebolirsi. In tarda mattinata il cambio ufficiale con l’euro era a 1,1069. Un livello più basso del 10 per cento rispetto a 25 anni fa e più fragile dei giorni del crollo della Lehman Brothers.

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