Mentre in Italia il nostro ministro della Pubblica Istruzione sta valutando di consentire l’uso dello smartphone in classe, seppure in forme controllate, in Francia il Governo sembra voler andare in direzione opposta. Il ministro dell’Istruzione francese, Jean-Michel Blanquer, ha infatti annunciato la decisione di vietare l’utilizzo dello smartphone in classe, a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico, vale a dire settembre 2018.
L’annuncio non ha mancato di sollevare subito molte perplessità, sia da parte degli studenti che dei genitori. Alcuni ragazzi, intervistati, si sono detti preoccupati delle modalità attraverso cui si esplicherà tale divieto, sostenendo anche di non capirne il senso visto che già adesso a quanto pare l’uso dello smartphone sarebbe di fatto proibito in classe, ma anche in bagno o durante le pause, pena la confisca del dispositivo. I genitori dal canto loro sono preoccupati per la sicurezza dei ragazzi che, recandosi a scuola da soli, potrebbero trovarsi sprovvisti di uno strumento da utilizzare in caso di problemi o imprevisti.
Blanquer ha comunque già chiarito che non sarà impedito ai ragazzi di portare a scuola il proprio smartphone, ma solo di utilizzarlo per tutto il periodo in cui sono in classe. Non è ben chiaro però in che modo questo divieto sarà fatto rispettare: gli smartphone saranno ritirati all’ingresso e restituiti all’uscita? E chi li conserverà nel frattempo, garantendo la privacy dei ragazzi? Per questo bisognerà attendere ulteriori chiarimenti, ma il tempo fino a settembre non manca.
Anche nel nostro Paese come detto ci sono state polemiche, al contrario, per l’idea espressa dal Ministro Fedeli di consentire l’uso dello smartphone in classe, peraltro con un fine esclusivamente didattico. I ragazzi cioè ovviamente non potranno utilizzarlo per mandare messaggi o effettuare chiamate negli orari di lezione. L’idea è piuttosto quello di utilizzarlo come agile piattaforma di reperimento di informazioni aggiuntive o distribuzione di contenuti inerenti le materie insegnate.
Non sappiamo cosa succederà di qui all’inizio del nuovo anno scolastico in Francia e in Italia ma probabilmente sarebbe più utile concentrarsi su quello che si vuol ottenere proibendone o incentivandone l’utilizzo, valutandone eventuali pro e contro piuttosto che stigmatizzare l’oggetto in sé che come tale è uno strumento neutro.