• 17 Giugno 2024 12:33

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Fleximan, parla l’uomo accusato: svelata la verità sui suoi “attentati”

Mag 26, 2024

Il sospettato Fleximan replica alle accuse. L’uomo mascherato che per mesi ha seminato scompiglio tra le strade del Veneto, abbattendo almeno cinque autovelox, non faceva più avere sue tracce da mesi. Con un attento lavoro, gli agenti lo avrebbero individuato. Stando alle prime indiscrezioni, dietro lo pseudonimo si celerebbe Enrico Mantoan. 42 anni, abitante nella provincia di Padova, l’uomo è attualmente sotto indagine.

Lo avrebbero colto in flagrante le telecamere di sorveglianza del Comune di Rosolino, in provincia di Rovigo, in alcune riprese risalenti allo scorso 3 gennaio. Da tempo sul suo conto era sceso totale silenzio, ma gli addetti ai controlli avevano una pista da seguire e ora emergerebbero delle prime risposte.

Replica alle accuse

Di rimando, Mantoan professa totale innocenza e crede abbiano inciso soprattutto le sue manifeste simpatie politiche. Per la stampa di sinistra sono un criminale, un bandito. Per loro, evidentemente, io già merito una condanna per il solo fatto di essere dalla parte sbagliata”. In compenso, di dimostrazioni d’affetto ne riceve parecchie: “molti mi riconoscono al bar e per strada, mi fotografano, mi chiedono addirittura un selfie – ha raccontato a Libero -. Mi hanno chiesto di partecipare a trasmissioni televisive, mi vogliono in radio, mi inseguono per intervistarmi”. Nei confronti di chi lo ha definito un bandito ha deciso di presentare querela, rappresentato dai legali.

I guai giudiziari sarebbero da imputare alle posizioni politiche, avendo ricoperto in passato il ruolo di segretario generale di Forza Nuova, partito di estrema destra. A suo avviso, i recenti guai sono il “prezzo che si subisce quando sei di destra”. Le dichiarazioni fanno eco a quanto affermato ai microfoni di Tgcom24, dov’è stato altrettanto categorico: “Ho notato che l’accanimento si è accentuato quando è venuta fuori la notizia della mia appartenenza politica, lo trovo abbastanza ipocrita, soprattutto dalla stampa di sinistra”.

La visita dei Carabinieri

Secondo le prime indagini, l’uomo avrebbe avuto dei complici nei propri raid. Tuttavia, nel momento di fargli visita a casa i Carabinieri non gli avrebbero detto niente in proposito. “Sono stati molto gentili e mi hanno chiesto di consegnare il cellulare. Hanno sequestrato un cellulare e due tablet”, ha puntualizzato a Libero.

Mantoan lamenta la disinformazione dilagante: non sarebbe, infatti, vero che le Forze dell’Ordine gli avrebbero sequestrato arnesi o strappato una confessione. Attualmente lo assiste l’avvocata Giorgia Furlanetto, con l’ausilio di un consulente informatico. Sul web, dove infervora il dibattito tra chi lo considera un eroe e chi un facinoroso, è già partita una campagna di raccolta fondi, volta a coprire le spese legali che dovrà affrontare.

Sugli autovelox Mantoan nutre comunque un’opinione negativa: non li trova uno strumento adeguato a fare sicurezza stradale, ma improntato solo a rimpinguare le casse. La stessa idea manifestata pure da esponenti del Governo, innanzitutto da Matteo Salvini. Il vicepremier, nonché ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sta preparando delle grosse modifiche al Codice della Strada. Tra le questioni principali ha inserito i dispositivi, poiché negli ultimi anni le Amministrazioni Comunali se ne sarebbero servite in modo improprio per battere cassa, anziché tutelare la sicurezza dei cittadini.

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