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Fine del roaming per i cellulari: rischio di rinvio per un altro anno

Apr 1, 2017

ROMA – Gli operatori possono ottenere dodici mesi di deroga alla scadenza del 15 giugno, giorno che segnerebbe la fine dei costi di roaming mobile. È quanto previsto, tra le altre cose, dalle nuove linee guida dell’Authority europea Berec pubblicate in questi giorni, dove si leggono anche le eccezioni applicabili alla fine del roaming. Ossia le situazioni in cui gli operatori mobili avranno ancora il diritto a farci pagare un costo extra quando usiamo il cellulare all’estero (in roaming, appunto) all’interno dell’Unione europea.

Le linee guida del Berec erano molto attese. Sono infatti le prime indicazioni concrete per attuare questa rivoluzione, che potenzialmente può far risparmiare molto gli utenti che viaggiano in Europa.

Un elemento nuovo, introdotto dal Berec, è la possibilità degli operatori di chiedere alle autorità (Agcom, da noi) dodici mesi di tempo prima di togliere gli extra costi di roaming. Si passerebbe quindi a giugno 2018. “Sì, c’è il rischio di un passo indietro. Attenti, però: gli operatori devono motivare questa richiesta con ragioni di non sostenibilità economica e spetta a noi decidere se accordare o no la deroga”, dice a Repubblica Antonio Nicita, commissario dell’Agcom.

Quei dodici mesi dovrebbero servire agli operatori per rivedere il proprio modello di costi in modo da adeguarsi finalmente alla normativa. “Costi di adeguamento troppo alti è quanto ci avevano già riferito Tim e Wind in merito ai precedenti tagli sul roaming. All’epoca abbiamo sanzionato il loro comportamento, ma non era ancora prevista questa possibilità di deroga”, ricorda Nicita.

Le linee guida indicano anche alcune eccezioni: per esempio, se l’utente usa la sim all’estero più che in patria su un periodo di quattro mesi, perde il diritto al roaming gratis. Si applica allora un sovrapprezzo di 19 cent al minuto, 20 cent al MB e 6 cent per sms. Per internet mobile, inoltre, gli operatori possono limitare la quantità di GB che l’utente può usare gratis all’estero. Si applica una formula stabilita dal Berec, che è comunque abbastanza generosa: per esempio, con un pacchetto da 20 euro mensili con chiamate illimitate e 7 GB di traffico, l’utente ha diritto ha usarne all’estero 5.19 GB senza sovrapprezzi.

Su tutto permangono però alcuni rischi meno evidenti. Per esempio quello che segnala Innocenzo Genna, vice presidente dell’associazione europea Mvno (operatori mobili virtuali): “Gli operatori minori andranno in perdita perché i costi all’ingrosso del roaming (che devono pagare all’operatore usato dal loro utente all’estero) sono troppo alti. Di conseguenza questi operatori spariranno dal mercato, si ridurrà la concorrenza e aumenteranno i prezzi dei servizi per i consumatori”.

Un altro rischio è segnalato dallo stesso Nicita: che qualcuno non si adeguerà (subito) perché tanto rischia poco; meno di quanto forse gli costerebbe adeguarsi. “La nostra normativa limita molto le sanzioni che possiamo dare agli operatori che violano le regole del roaming o della neutralità della rete, ossia per quei temi non espressamente citati nel Codice delle comunicazioni elettroniche”, dice Nicita. “Da tempo abbiamo chiesto a Governo e Parlamento di cambiare le norme, per darci veri poteri sanzionatori”, aggiunge Nicita.

È con queste ombre, di possibili ritardi o di danni collaterali per il mercato, che i consumatori europei vanno adesso incontro alla grande scadenza del 15 giugno.

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