• 28 Marzo 2024 17:35

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Fatturazione mensile per TIM e WindTre, a patto che…

Ott 24, 2017

La scena clou ne “Il Marchese del Grillo” è quando il protagonista salutando gli ex compagni di bisca, dalla carrozza si volta è dice: “Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un…!“. Non può essere che questa la sensazione degli utenti di telefonia mobile e residenziale, di fronte al tema della fatturazione a 28 giorni.

Perché dopo la delibera AGCOM di marzo, che vietava la pratica, e l’avvio dei procedimenti sanzionatori nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb, adesso si scopre che è partita una trattativa. La Repubblica svela oggi che Telecom Italia e di WindTre sarebbero pronte a tornare alla fatturazione mensile in cambio di un “condono”. In verità si parla di emissari, forse lobbisti.

Il marchese del grilloIl marchese del grillo
“Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un…!”

Insomma, vorrebbero che fosse sospeso il diritto di recesso gratuito dei consumatori (per questo solo specifico caso) previsto in caso di modifiche contrattuali. Già, perché per la transizione dal 28 giorni alla mensilità rischierebbero una concorrenza spietata. Cosa succederebbe infatti se nel ritorno alla vecchia fatturazione qualche operatore decidesse di mantenere le cifre invariate e qualcun altro invece di ridurle? Sarebbe un mercato del pesce.

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Telecom Italia e WindTre forse sono gli operatori più esposti a questo rischio, difficile valutarlo al momento. Telecom, secondo l’ultimo bollettino AGCOM, non solo ha perso terreno nei confronti della leader WindTre ma rischia il sorpasso da parte di Vodafone. WindTre probabilmente in questo primo anno di operatività non può permettersi cedimenti.

Bolletino AGCOMBolletino AGCOM
Bolletino AGCOM – giugno 2017

E l’AGCOM? Sembra tenere duro al momento. Anzi, per la prima volta sta dando segnali di intransigenza. Non solo vorrebbe inasprire le pene nei confronti degli operatori, ma anche far rispettare ogni diritto dei consumatori – compreso quello del recesso senza spese in caso di modifiche contrattuali.

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Il suo regolamento oggi consente sanzioni fino a 580mila euro, ma la nuova Legge sulla Concorrenza prevede una soglia doppia. Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb potrebbero ritrovarsi a pagare singolarmente 1,16 milioni di euro.

La speranza è che mantenga la barra dritta. Fra i marosi.


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