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Non si ruba a casa dei ladri, da oggi al cinema

Nov 3, 2016

giovedì 3 novembre 2016 10:11

ROMA – Il fatto che Antonio (Vincenzo Salemme) sia fuggito, su consiglio del padre, da Napoli nella Capitale per evitare il malaffare della città Partenopea per essere poi truffato dalla ‘Roma ladrona’ è una delle idee divertenti dell’ultimo film dei fratelli Vanzina: ‘Non si ruba a casa dei ladrì, in sala dal 3 novembre con Medusa in 350 copie. Il fatto è che Antonio è un cittadino onesto, un piccolo imprenditore di una ditta di pulizie per bagni che, per sfortuna, incontra sulla sua strada Simone (Massimo Ghini), politico disonesto che lo manda in rovina, senza saperlo, favorendo un appalto da cui dipende la vita o la morte della sua azienda. Antonio, felicemente sposato con Daniela (Stefania Rocca) vorrebbe denunciarlo, ma poi pensa a un altro tipo di vendetta: mettere mani al suo conto corrente a Zurigo che foraggia la vita dispendiosa del politico e della moglie ‘burina’ Lori (Manuela Arcuri). Antonio mette così su una piccola banda, formata da non professionisti i quali hanno in comune una sola cosa: anche loro sono stati truffati dalla politica corrotta. Il colpo si svolge nella banca svizzera nella quale Simone ha nascosto i soldi. Per fare il colpo, aiutati da un sempre straordinario Maurizio Mattioli che veste i panni di Giorgio Bonetti, concessionario d’auto rovinato da crisi e politica, Antonio e la moglie si fingono Simone e compagna, che innesca una truffa all’American Hustle (è una delle molte citazioni del film dei Vanzina) fino a un finale dal sapore agro-dolce.

VIDEO, INTERVISTA A MANUELA ARCURI

VIDEO, INTERVISTA A RIA ANTONIOU

Questa storia di ‘facilitatorì politici è triste e allo stesso tempo attuale, ma come diceva Mario Monicelli, bisogna partire da un fatto drammatico per fare commedia” dice Carlo Vanzina. E ancora il regista figlio d’arte: “la commedia è nel mio Dna, sono stato aiuto di Monicelli, ho lavorato. In questo film ci sono tanti riferimenti a quel tipo di cinema, a film come La congiuntura di Ettore Scola, C’eravamo tanto amati o In nome del popolo italiano. La commedia – spiega Carlo Vanzina – resta un modo ancora valido di raccontare la società con un messaggio sociale“. Dice Salemme: “Non mi sembra solo un film su Roma, ma piuttosto una parabola sulla natura umana. Una volta di queste cose era sempre messa di mezzo Napoli, ora invece anche Roma fa la sua parte“.

La salvezza da queste cose la decidiamo solo noi. Ho letto in aereo sul Corriere della Sera alcune intercettazioni telefoniche di fatti recenti e quello che abbiamo fatto noi nel film dei Vanzina è anche troppo poco. Da questo punto di vista Non si ruba a casa dei ladri è un film ‘neorealista’“. Nel cast anche Teco Celio, Ria Antoniou e Lorenzo Balducci.

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