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Diciotti, il sottosegretario Di Stefano (M5s): “L’autorizzazione a procedere contro Matteo… – Il Fatto Quotidiano

Feb 16, 2019

Matteo Salvini non deve essere processato. È quello che pensa il sottosegretario grillino agli Esteri, Manlio Di Stefano, a poche ore dall’ufficializzazione del voto online tra gli iscritti del M5s. Il risultato della consultazione online tra gli iscritti determinerà la decisione dei sette senatori del M5s nella Giunta per le Elezioni del Senato che martedì dovrà esprimersi sull’autorizzazione a procedere del tribunale dei ministri di Catania.

“Credo in questo caso l’autorizzazione non vada concessa perché parliamo dell’operato di un governo intero, di un Consiglio dei ministri che ha agito collegialmente. Conte, Toninelli e Di Maio hanno consegnato al tribunale dei ministri le loro memorie, dicendo che hanno partecipato a questa scelta”, ha detto Di Stefano nell’intervista a Maria Latella su Sky Tg24. “Credo – aggiunge Di Stefano – che non saremmo dovuti arrivare a questo, Salvini avrebbe dovuto rinunciare a questo voto e farsi processare: sarebbe arrivata l’assoluzione. Non ci può essere dolo in questo caso. Probabilmente da parte di Salvini è stato un segnale di debolezza dire ‘mi farò processarè e poi ritrattare”. Ma se nel voto online la maggioranza degli iscritti del M5s opteranno per il processo a Salvini? “Allora voteremo sì“, dice Di Stefano, che escude ogni rischio per il governo: “Gli italiani ci hanno dato una grande opportunità di governare, sarebbe stupido rinunciare. Credo che questo esecutivo abbia i numeri per governare e abbia le carte in regola per farlo. Credo che Lega e M5S sanno perfettamente che non ci sono alternative credibili a questo governo e hanno tutto l’interesse ad andare avanti”. Attacca la scelta di affidarsi al voto online del M5s, invece, il senatore Pietro Grasso: “Dopo settimane di ‘dobbiamo leggere le carte’ ora spunta il Lodo Giarrusso: il voto degli attivisti che però non possono leggerle. Più che a Rousseau i 5 stelle pensino a Montesquieu: la separazione dei poteri è un principio fondamentale. Il Senato autorizzi il processo a Salvini”.

“Voto in giunta e processo? Sono tranquillissimo, gli Italiani sanno che ho agito per il loro bene e la loro sicurezza”, ha ripetuto in giornata Salvini. Sul fronte leghista commenta la decisione di affidare il voto in giunta a una consultazione online tra iscritti il ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio: “Non temiamo il voto online del M5s sul caso Diciotti e la piattaforma Rousseau non mette a rischio il governo che è stabile e sta lavorando bene. Son cose assolutamente diverse e aspettiamo il voto in Parlamento. I ministri di questo governo, M5s compresi, dicono che non c’è stato un interesse personale da parte del ministro dell’Interno, ma una decisione collegiale, allora dovrebbero votare sì per anche per Centinaio, Conte, Di Maio”.

Il riferimento è per i documenti allegati alla memoria di Salvini del premier Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro Danilo Toninelli. Sono gli atti con cui i tre esponenti del governo rivendicano di aver condiviso ogni decisione sul caso della Diciotti. La giunta per le Immunità del Senato ha inviato quei documenti alla procura di Catania. L’ufficio giudiziario etneo sta comunque aprendo un fascicolo sulla trasmissione degli atti. L’apertura del fascicolo è un atto dovuto. Ed è “atto dovuto” il modo con cui gli inquirenti della procura di Catania definiscono l’iscrizione di Conte, Di Maio e Toninelli nel registro degli indagati.

In queste ore, infatti, il procuratore Carmelo Zuccaro sta valutando l’iscrizione di Conte, Di Maio e Toninelli nel registro degli indagati per sequestro di persona aggravato, cioè lo stesso reato contestato a Salvini. Secondo ambienti giudiziari, l’iscrizione nel registro indagati dei tre esponenti del governo M5s – Lega sarebbe automatica. Poi la procura dovrà decidere se chiedere l’archiviazione o meno. Lo scorso autunno, il procuratore Zuccaro, dopo l’arrivo degli atti da parte del Tribunale dei ministri di Palermo, per competenza territoriale, aveva chiesto l’archiviazione al tribunale dei ministri catanese. Che però non ha condiviso la sua interpretazione, chiedendo al Senato l’autorizzazione a procedere per Salvini.

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