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Dall’incremento della digitalizzazione delle PMI 208 mila nuovi posti di lavoro

Giu 25, 2022

AGI – Se l’Italia raggiungesse il livello di digitalizzazione delle piccole e medie imprese di Danimarca, Finlandia e Svezia potrebbe aumentare fino al 9,2% la produttività del lavoro nelle PMI e generare fino a 24,8 miliardi di euro aggiuntivi di contributo al PIL. È quanto emerge dallo studio “Il contributo dei social network e dei canali digital per la crescita e la digitalizzazione delle PMI italiane”, realizzato per Meta da The European House – Ambrosetti.

In particolare, un focus dello studio, condotto su 30 PMI che hanno utilizzato in maniera efficace i social network per raggiungere nuovi clienti, ha dimostrato che la digitalizzazione rende più produttive le piccole e medie imprese e favorisce l’aumento dell’occupazione. L’analisi ha rilevato 4 benefici ottenuti dalle PMI, che si traducono nell’aumento dei ricavi, del numero di clienti effettivamente raggiunti, dei follower sui social network e degli investimenti. 

Dall’analisi emerge anche che i canali social e digital hanno consentito alle PMI analizzate di far crescere di circa il 20% i propri ricavi, senza dover investire nell’apertura di punti vendita e spazi fisici. I social network rappresentano un fattore abilitante del livello di digitalizzazione delle PMI. Secondo lo studio, una crescita del 77% nella quota di PMI che utilizzano i social network potrebbe produrre fino a 10,2 miliardi di euro aggiuntivi di contributo al PIL e incrementare in maniera significativa l’occupazione del nostro Paese, con oltre 208 mila nuovi lavoratori nelle PMI.

“Lo studio realizzato da The European House – Ambrosetti – ha dichiarato Luca Colombo, Country Director di Meta in Italia – dimostra che il digitale può contribuire a far crescere in modo significativo l’occupazione, anche in quegli ambiti in cui il nostro Paese è ancora fanalino di coda in Europa. Basti pensare che ben 75 mila delle 208 mila potenziali nuove posizioni lavorative nelle PMI, sarebbero legate allo sviluppo software, al web marketing e al community management”.

L’Italia sconta un forte ritardo sul digitale rispetto ai Paesi UE, attestandosi al 20° posto dell’Indice DESI stilato dalla Commissione Europea per misurare il livello di digitalizzazione dei 27 Stati membri. Nello specifico, il nostro Paese è ultimo in Europa per numero di laureati in ambito ICT (circa 4mila all’anno, pari all’1,3% del totale). Un gap che potrebbe essere colmato se le oltre 375 mila PMI italiane, che costituiscono un volano di crescita per il Paese, accelerassero il loro processo di digitalizzazione. Le piccole e medie imprese, infatti, da sole generano 2.834 miliardi di euro di fatturato, pari al 42% di quello totale registrato dalle imprese italiane, contribuiscono al 41% del PIL del nostro Paese, a oltre un terzo (35%) degli investimenti e a quasi la metà (48%) dell’export totale.

Secondo il Digital Index PMI, elaborato per l’occasione da The European House – Ambrosetti, indagando alcune aree come l’accesso alla rete, la digitalizzazione del business, l’interazione digitale con i clienti e le competenze ICT, le PMI italiane sono solo al 18° posto in Europa per livello di digitalizzazione. 

Uno degli ambiti principali in cui si riscontra un ritardo è quello delle competenze digitali, che vede le PMI italiane piazzarsi al 21° posto in UE, con i livelli più bassi (12%) di specialisti ICT nei propri organici rispetto alla media europea (18%) e all’Irlanda, a cui va la corona di best performer (29%). Un divario reso ancora più evidente dal fatto che solo il 15% delle PMI tricolori è in grado di fornire formazione digitale ai propri dipendenti (rispetto al 18% della media UE). 

Il nostro Paese si attesta nelle ultime posizioni della classifica (23° posto) anche per dimensione delle infrastrutture di rete.

Gli ambiti in cui le PMI italiane ottengono, invece, risultati migliori rispetto alla media europea, sono la digitalizzazione del business (espressa soprattutto dalla fatturazione elettronica) e l’adozione di tecnologie digitali legate all’utilizzo del cloud, che vedono il nostro Paese al 7° posto nel ranking UE. Sempre secondo il Digital Index PMI, le PMI italiane sono all’8° posto per accelerazione della digitalizzazione registrata negli ultimi 5 anni.

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