• 28 Marzo 2024 23:41

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Con un’app pecore e capre felici e più produttive del 40% 

Giu 17, 2021

AGI – Migliorare anche del 40% la produttività degli allevamenti ovini e caprini e gestirli con un’app è il futuro prossimo delle aziende zootecniche. Nasce in Sardegna il primo protocollo operativo a livello mondiale per gli allevamenti di pecore e capre che in due anni può consentire di raddoppiare il fatturato e di triplicarlo in 4-5 anni, secondo i promotori. Si chiama Sementusa ed è stato studiato e applicato dalla start up Sementusa Tech, fondata nel 2016 nell’isola dove si allevano oltre 3 milioni di pecore, pari a circa il 57% del patrimonio ovino nazionale.

Un team composto da due veterinari e due ingegneri informatici è impegnato dal 2013 in un lavoro di ricerca scientifica che ha portato, in collaborazione con l’università di Messina, alla validazione del protocollo operativo. ‘Perché, se lavoro 15 ore al giorno, faccio tutto ciò che è necessario per i miei capi, alla fine non guadagno quanto dovrei?’: “Siamo partiti da questa domanda che spesso ci veniva posta dagli allevatori”, spiega all’AGI Chicco Argiolas, fondatore di Sementusa Tech e presidente dell’Ordine dei veterinari di Cagliari. “Dopo anni di studi e ricerche abbiamo capito che la strada giusta è quella di migliorare la performance degli allevamenti, ma in modo sostenibile”.

Così le aziende diventano più efficienti

 “Il problema, in molti casi, è rappresentato dai capi che partoriscono in ritardo o da quelli che rimangono vuoti”, sintetizza Argiolas. “Per questo, attraverso alcune attività di controllo, sia sui maschi che sulle femmine, con una collaborazione tra veterinario e agronomo, si può intervenire sullo stile alimentare e sanitario degli animali per migliorare l’efficienza aziendale”. Sementusa mira a registrare una serie di parametri per ogni capo per capire quale alimentazione e quale stile di vita, anche sociale, adottare per riportarlo al suo migliore stato di salute.

 “Quando gli animali stanno bene, si riproducono in modo regolare. Noi non stravolgiamo gli allevamenti e il modo di lavorare degli allevatori”, precisa Argiolas. “Cerchiamo, invece, di migliorare le condizioni di ogni capo attraverso una raccolta dati che viene gestita attraverso una applicazione sul telefonino”. Un vero e proprio database su ogni pecora e capra degli allevamenti che utilizzano il protocollo e di cui ogni allevatore ha la sua interfaccia. Una strada che può portare ogni azienda a migliorare produttività e fatturato in modo sostenibile. 

Il nodo del prezzo del latte

Sullo sfondo anche la questione del prezzo del latte ovino, già basso, in partenza: “Se un allevatore ha 1.000 capi”, chiarisce Argiolas, “ma di questi ne producono solo 700, il latte – se pagato a un euro – a conti fatti è pagato 70 centesimi. Se un capo che partorisce con un mese in ritardo, da un euro si scende a 85 centesimi. L’auspicio, oltre a migliorare le condizioni di ogni azienda, è anche quello di arrivare a usare questo protocollo in tutto il bacino del Mediterraneo in modo da fare da contrappeso col resto del mondo e contare anche sul prezzo”.

In Italia sono già 500 le aziende che usano il protocollo Sementusa: “Ce ne sono alcune anche nel resto d’Europa”, aggiunge il veterinario, che ha presentato protocollo e app in un incontro online organizzato da Coldiretti Sardegna. “Questo è solo un punto di partenza, ma crediamo sia la strada giusta per migliorare la performance di sistema del settore. Attualmente collaboriamo con sette università italiane e portiamo avanti progetti scientifici a sostegno del protocollo”. 

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