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Comunicazione mobile: app al tramonto, arrivano i cellulari «intelligenti»

Ott 17, 2016

NAPOLI- La comunicazione mobile ha cambiato le societ, le aziende e la vita delle persone. Ora i dispositivi mobili stanno cambiando a loro volta. A Napoli, l’occasione per lanciare la nuova sfida la Conference sulle Forme di Comunicazione e nuove soluzioni Mobile.

In 18 mesi scomparir lo scaffale delle app

Cosa sta accadendo? Il telefono che avere in tasca – risponde Michele Mezza, direttore scientifico della PollicinAcademy, piattaforma di analisi degli alfabeti in mobilit – ha oggi uno scaffale delle applicazioni, le app, spesso stracarico e poco utilizzato. Nel giro di diciotto mesi, non diciotto anni, tale scaffale potrebbe scomparire insieme alle App. E, sempre tra 18 mesi, il 75% degli accessi alla rete arriver via telefono mobile.

Le funzioni nei sistemi operativi

Le funzioni e i servizi contenuti nelle applicazioni “scaricate” nello smartphone andranno a finire, secondo gli esperti venuti a Napoli, nei sistemi operativi degli stessi dispositivi mobili. Questo vuol dire – continua Michele Mezza – che Ios e Android, Apple e Google con Samsung, diventano editori di linguaggi globali a tutto tondo, restando proprietari del sistema commerciale. Diventeranno concorrenti diretti degli editori di linguaggi e contenuti. L’hardware si ingegnerizza, come Google sta facendo con Android.

Comprendere la trasformazione

Paesi, governi, editori e produttori di contenuti, giornalisti inclusi, dovranno cercare di avere le capacit e le conoscenze per negoziare questa come altre trasformazioni – si pensi agli algoritmi dei motori di ricerca che “fotografano”, archiviano ed elaborano tutta l’attivit in Rete, quindi gran parte della nostra vita quotidiana. La portabilit, insomma, ancora una volta ridisegna la storia ed quello che distingue l’uomo dai cinquanta miliardi di oggetti che saranno connessi tra loro con l’Internet delle cose. Bisogna per che la classe dirigente capisca di cosa si parla – attacca Antonio Pescap, docente di elaborazione dei sistemi d’informazione all’Universit Federico II di Napoli – perch il social netwok non un media ma una struttura sociale e non esiste la differenza tra reale e virtuale, ma tra materiale e immateriale. La Rete tutta reale.

I primi cento studenti al corso di formazione

I big della mobilit arrivano a Napoli, Apple in testa, perch loro producono dispositivi e hanno bisogno di chi produca servizi. Servono competenza, fantasia e creativit. Una citt con cinque Universit, sette distretti industriali, 1.200 iscritti a Ingegneria viene scelta perch la Apple fa business e sa di cosa ha bisogno. I primi cento studenti del corso di formazione finanziato da Apple a Napoli, ristrutturando una fabbrica dismessa, della Cirio, a S. Giovanni a Teduccio, hanno gi 400 richieste di lavoro. L’apertura della centro di formazione era stato accolto dalle critiche perch Apple non avrebbe assunto i duecento studenti che vi parteciperanno nel primo anno.

Decifrare i nuovi modelli di linguaggi

Si tratta, insomma, per le Universit come per le aziende, per gli editori come per i giornalisti, di misurare e decifrare i nuovi modelli di linguaggi proposti e offerti dai dispositivi mobili per non restare confinati nel ruolo di consumatori passivi e “profilati” di linguaggi e contenuti selezionati e proposti dai colossi internazionali ormai allo stesso tempo dell’hardware e del software ed avere un ruolo e un’identit come comunit nazionali e “locali”.

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