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Chimera, il fantasma dei mari – National Geographic Italia

Dic 18, 2016
Giù giù negli abissi oceanici, ben oltre il punto raggiungibile dai raggi del sole, c’è il regno delle chimere.

Battezzate come i mostri ecologici dell’antichità, o anche “squali fantasma” (ghost sharks) nel mondo anglosassone, questi pesci dagli occhi apparentemente vuoti e dalle pinne ad ala si fanno vedere solo molto di rado dagli esseri umani.

Sono pesci cartilaginei, ma si sono separati dalla linea evolutiva dei loro parenti, razze e squali, da circa 300 milioni di anni. E anche se nuotano nelle profondità dei mari da ben prima che sulla Terra apparissero i dinosauri, sappiamo ancora molto poco di loro. Questo video, appena pubblicato dal Monterey Bay Aquarium Research Institute, potrebbe gettare nuova luce su queste misteriose creature.

Il video risale al 2009, quando un ROV – un sottomarino telecomandato – dell’istituto si immerse a più riprese a diverse profondità nelle acque della California e delle Hawaii, raggiungendo anche i 2.000 metri. I ricercatori non cercavano chimere: “A guidare il ROV, in realtà, erano dei geologi”, spiega Dave Ebert del Pacific Shark Research Center ai Moss Landing Marine Laboratories. “È un’area in cui probabilmente nessuno avrebbe mai cercato, quindi è stato abbastanza un colpo di fortuna”.

Un pesce in cui il ROV si imbatteva di continuo sembrava un tipo di chimera sconosciuto, visto che non somigliava a quelle che di solito frequentano le due regioni. Per stabilirne l’identità, l’istituto si è rivolto a Ebert e ad altri esperti, che dopo aver studiato il video hanno stabilito che doveva trattarsi di Hydrolagus trolli, detta anche chimera troll o chimera azzurra dal naso a punta, una specie che di solito si trova nelle acque dell’Australia o della Nuova Zelanda. Il risultato è pubblicato in uno studio sulla rivista Marine Biodiversity Records.

Pur trattandosi di una specie già nota, il video è comunque inedito: si tratta delle prime riprese mai scattate alla chimera troll nel suo habitat naturale. I ricercatori ritengono anche che sia il primo individuo della specie trovato nell’emisfero settentrionale; ma per essere sicuri che la chimera si spinga così a nord dovrebbero trovarne un’altra e analizzarne il DNA. Ebert ha intenzione di cercarla battendo i mercati di pesce della zona, ma la soluzione migliore sarebbe pescarne una con una rete a strascico (di solito le chimere tornano verso la superficie solo da morte).

In ogni modo, il video ha fornito parecchie informazioni. In primo luogo, a differenza di molte creature degli abissi, la chimera sembrava molto attratta dalla telecamera e dalle luci brillanti del ROV. “È quasi comico”, dice Ebert. “Si avvicinava fino a sbattere il muso contro l’obiettivo, nuotava un po’ in giro e poi tornava”.

Inoltre, le escrescenze rocciose che si vedono sullo sfondo nel video fanno pensare che la chimera troll preferisca questo habitat ai fondali piatti e sabbiosi dove di solito vivono le altre chimere. A differenza degli squali più noti, questi animali non hanno file di denti appuntiti, ma masticano le prede – molluschi, vermi e altre creature che vivono sul fondo – con le loro piastre dentali mineralizzate. Sulla testa e sul volto hanno una serie di canali aperti che contengono organi sensoriali con i quali percepiscono il movimento nell’acqua per localizzare meglio le prede.

Infine, ed è forse la caratteristica più bizzarramente affascinante, i maschi di chimera hanno un organo sessuale retrattile posto sulla fronte.

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