• 14 Maggio 2024 11:22

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Cambridge Analytica, l’app incriminata sbirciò anche fra i messaggi degli utenti – La Repubblica

Apr 11, 2018

IL CASO Cambridge Analytica, per stessa ammissione di Facebook, sarebbe arrivato a coinvolgere quasi 90 milioni di utenti in tutto il mondo. E chissà che non siano molti di più. Fra l’altro, il problema si sarebbe verificato anche con altre app e quiz come “This is your digital life”, tanto che, dopo un’inchiesta della Cnbc, anche un’applicazione italiana, CubeYou, è stata rimossa dalla piattaforma con l’accusa, smentita dai responsabili, di aver raccolto informazioni chiedendo l’assenso solo per scopi accademici e non commerciali.

Da due giorni Facebook sta informando gli utenti coinvolti dalla spremitura dei loro dati tramite l’app sviluppata da Aleksandr Kogan. A quanto pare, però, sembra che oltre ai dati contenuti nei profili in “un piccolo numero di casi” che rimane tuttavia da quantificare le informazioni condivise abbiano riguardato anche i post in bacheca e i messaggi scambiati con gli altri utenti. Dunque non solo le informazioni per così dire impostate (nome, foto, città, data di nascita, preferenze e così via) ma anche l’attività “viva” in bacheca e quella riservata su Messenger.

Da Menlo Park non è stato specificato quanti messaggi siano stati analizzati attraverso l’applicazione – e nessun senatore sembra averlo domandato ieri a Mark Zuckerberg, chissà se qualcuno lo farà alla Camera – ma in ogni caso la faccenda apre un’ulteriore finestra nell’affare Cambridge Analytica. Per esempio sugli scopi reali della raccolta e sulla profondità a cui questi programmi di terze parti possono (anzi, potevano secondo Facebook) arrivare. Anche se rimane da chiarire se pure i contenuti di quei messaggi siano stati girati alla società di marketing digitale che ha collaborato con Donald Trump (e non solo).

Secondo Kogan, che ha parlato al Times, i messaggi sono stati raccolti solo da un ristretto numero di persone, “forse duemila”, come parte di un progetto di ricerca a parte col quale Cambridge Analytica non aveva nulla a che fare. Si trattava di un approfondimento per capire come le persone usino le emoji per veicolare le proprie emozioni. Ma anche questo rimane da chiarire: come si è visto in diversi passaggi della vicenda, le reciproche rassicurazioni non hanno impedito a quell’immensa mole di informazioni di circolare ed essere sfruttata per fini politici.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close