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Buona Apocalisse a tutti – recensione

Lug 21, 2019

Buona Apocalisse a tutti, vale a dire che la fine del mondo si avvicina, e stavolta non è un modo di dire. Dopo millenni di preparazione, infatti, l’Anticristo è giunto sulla Terra e ci si prepara allo scontro finale tra Angeli e Demoni; anche i quattro cavalieri sono ricomparsi, sostituendo i cavalli con potenti motociclette.

Un angelo e un demone, però, non sembrano ben disposti verso l’Armageddon. Improbabili amici e discutibili alleati, Azraphel (l’angelo) e Crowley (il demone) si ingegnano affinché il mondo non finisca e il genere umano si salvi. Una fortuita coincidenza darà loro un sacco di tempo per provarci, più o meno una settimana. Il piano è semplice: trovare l’Anticristo quando è ancora un ragazzino vulnerabile, e farlo fuori. Ma si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

E i due autori sono proprio due diavolacci, come certamente saprà il lettore che conosce almeno un membro di questo dinamico duo. Tanto Pratchett quanto Gaiman si sono distinti per la loro padronanza del linguaggio, la capacità di creare mondi affascinanti, e anche (forse soprattutto) il fatto di scrivere libri divertenti. E Buona apocalisse a tutti non è un’eccezione; anzi, se possibile è più della semplice somma di questi due talenti.

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Il romanzo è divertente nel mondo in cui lo sono autori come Beckett o Dickens, o, per restare su opere più recenti e geograficamente vicini, come lo è Alessandro Robecchi. Ci sono pagine che faticherete a superare senza una risata. E solo per questo vale la pena leggere questo romanzo.

All’epoca della pubblicazione, era il 1990, nessuno dei due era particolarmente famoso. Si conobbero perché Gaiman faceva il giornalista e intervistò Pratchett a proposito di Il Colore della Magia. Fecero amicizia e si misero al lavoro; la condivisione di Google Docs non era nemmeno immaginabile, così si mandavano floppy disk con i file di testo. Già, quegli oggetti che per qualcuno, oggi, sono hey guarda, l’icona per salvare! E poi ne parlavano al telefono: uno di quelli fissi, non tramite messaggi vocali di Whatsapp. Incredibile vero?

Buona Apocalisse a tutti

Buona apocalisse a tutti è la storia di due grandi amici, Azraphel e Crowley, e di come insieme cerchino di salvare il mondo. In un certo senso, un classico. Attorno a loro c’è una pletora di irresistibili personaggi secondari, costruiti con la maestria che ha reso famosi questi autori. Alcuni compaiono solo per qualche momento, altri ci accompagnano per tutta la storia. Ma di tutti ci si può innamorare.

E da ogni dettaglio emerge l’umorismo. Ovviamente dall’amicizia che l’angelo e il demone cercano di nascondere, ma c’è anche il cacciatore di streghe Newton Pulsifer innamorato della strega Anathema Device. L’antenato di Newton mise al rogo l’antenata di Anathema, e quest’ultima reagì facendo saltare per aria lui e tutto il villaggio. O l’anticristo che è un ragazzo di nome Adam. Ce n’è per tutti i gusti, una pagina sì e l’altra pure.

Se avete letto Guida Galattica per autostoppisti forse siete ancora alla ricerca dell’incredibile sensazione provata la prima volta. Ecco, Buona apocalisse a tutti ha buone possibilità di soddisfare il vostro desiderio.

Se vi piacciono i libri con trattano con leggerezza temi serissimi come la fine del mondo, questo dovrebbe stare in cima alla lista delle vostre prossime letture. Si scherza sulla natura umana, e quale modo migliore di metterla a nudo? Si deridono le nostre idiosincrasie e le nostre paturnie (già, ho scritto proprio paturnie. Due volte!), si mettono in croce le nostre convinzioni e le nostre religioni… ma dopotutto hanno cominciato loro con le croci, no? Ci sono alcuni riferimenti tipicamente britannici che potrebbero sfuggirvi, ma non amerete di meno il libro solo per questo dettaglio.

Un aspetto notevole di Buona apocalisse a tutti è che lo stile è particolarmente uniforme. Senza saperlo, difficilmente direste che è un’opera a quattro mani.

Il tono brillante e il ritmo spedito tendono ad affievolirsi da metà libro in poi, e tutto si fa un po’ meno eccitante via via che i nodi vengono al pettine e la trama si avvicina alla sua inevitabile risoluzione. Colpa forse del gruppo di ragazzini, di cui Adam è il leader, che in qualche modo non riescono mai a essere perfettamente integrati nella storia. Un elemento in qualche modo alieno, sicuramente imperfetto. Le loro battute e i loro discorsi sono incisivi e funzionano, certo, ma non quanto il resto del romanzo.

Non fatevi ingannare da chi vi descrive questo libro come solo un fantasy, solo umorismo, o solo fiction. È molto di più, una riflessione profonda, filosofica e religiosa, che cerca di esplorare di nuovo i concetti di Bene e Male, il libero arbitrio, la guerra, l’inquinamento, le religioni organizzate. Un gioiello che merita un posto nella vostra libreria.

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