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Borse poco mosse, nuovo scatto di Mediaset a Piazza Affari

Dic 28, 2016

MILANO – Ore 10:00. Le partite finanziarie italiane movimentano la fine d’anno che – come per solito – procede tra sottili volumi di scambi. Alle già note vicissitudini del Monte dei Paschi, per la quale la Bce ha chiesto una ricapitalizzazione da 8,8 miliardi – che come ricostruisce Repubblica in edicola ha generato il malcontento delle autorità italiane -, e di Mediaset scalata da Vivendi, si è aggiunta l’Opa dei francesi di Lactalis sul 12% di Parmalat che ancora non controllano.

In questo contesto, i listini europei trattano poco distanti dalla parità: Milano cede lo 0,1%, Parigi e Francoforte sono poco sotto la parità mentre Londra – che ha ritardato di un giorno la riapertura dopo Natale – sale dello 0,2%. I titoli del Biscione si mettono ancora in evidenza, in attesa di capire le mosse della famiglia Berlusconi e Vincent Bolloré: entrambi i concorrenti si sono posizionati al limite prima di far scattare un’Offerta pubblica su tutta la società, rispettivamente a ridosso del 40 e del 30 per cento dei diritti di voto. Gli investitori aspettano di vedere se i due proveranno a trovare un accordo per la gestione del gruppo (Vivendi può bloccare le assemblee straordinarie con la sua minoranza forte), oppure ci sarà una guerra di posizione con la speranza di portare gli altri azionisti dalla propria parte o ancora si passerà alla guerra totale con la tentazione di prendere tutta la posta in palio sul mercato.

Le Borse asiatiche hanno trattato deboli. In Giappone, il volume di scambi è stato praticamente dimezzato: il 45% sotto la media dell’ultimo mese. “Il clima non è negativo, ma con molti investitori esteri in ferie è difficile trovare gli spunti perché il mercato salga oltre i recenti picchi”, ha spiegato lo stretegist Chihiro Ohta di Tokyo all’agenzia Bloomberg. Anche il Sol Levante, in ogni caso, ha la sua vicissitudine finanziaria con il crollo di Toshiba, che dopo il contraccolpo della vigilia ha perso un altro 20% (massima oscillazione consentita) per i timori di svalutazioni in seguito ai ritardi e agli extra-costi dei programmi nucleari seguiti dalla controllata negli Usa. A fine giornata, l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha archiviato la seduta pressoché invariato: ha perso lo 0,01% (-1,34 punti) a 19.401,72 punti. Il più ampio indice Topix si è fermato a +0,04% (0,58 punti) a 1.536,80 punti. Buoni spunti sono arrivati dall’economia reale, con la produzione industriale in crescita dell’1,5% mensile a novembre (tuttavia sotto attese per +1,7%) e le vendite al rialzo in leggera espansione (+0,2%) nello stesso mese. Shanghai ha trattato in ribasso dello 0,4%.

Nel Vecchio continente si registra l’andamento opposto degli indici di fiducia in Italia: risale per i consumatori, scende per le imrese. Dagli Usa arriveranno i compromessi su case esistenti. In Spagna le vendite al dettaglio, a novembre, sono aumentate dello 0,5% (dati destagionalizzati) rispetto al mese precedente dopo essere scese dello 0,2% ad ottobre. Lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco si attesta a 162 punti base nei primi scambi di seduta. Il rendimento del bond decennale italiano sul mercato secondario è pari all’1,8%. L’euro è in leggero rialzo in apertura, scambiato a 1,0468 dollari, contro 1,0445 indicato ieri dalla Bce.

Le quotazioni del petrolio sono in flessione sui mercati asiatici: il Wti cede 10 cent a 53,80 dollari al barile sugli scambi elettronici. Il barile di Brent con consegna febbraio ha aperto in lieve calo a Londra, a 56,01 dollari, perdendo lo 0,08%. L’oro tratta in rialzo sui mercati asiatici. Il metallo prezioso con consegna immediata passa di mano a 1.144,17 dollari l’oncia (+0,5%). Ieri sera, Wall Street ha chiuso in territorio lievemente positivo con il Dow Jones (+0,06%) a 19.945 punti e il Nasdaq più dinamico (+0,45%) a 5487 punti.

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