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Borse europee incerte in attesa della Fed. Male Piazza Affari

Mar 14, 2017

MILANO – Ore 10. Si avvicina la stretta sui tassi della Fed e le Borse europee si muovono in ordine sparso.Londra avanza dello 0,15%. A Milano l’indice Ftse Mib perde lo +0,53%, Francoforte scende dello 0,1% e Parigi dello 0,3%. Federal Open Market Committee della banca centrale Usa inizierà oggi la sua riunione, ma la decisioni di politica monetaria verranno annunciate soltanto domani dalla presidente Janet Yellen. “Sui mercati tutti si attendono un aumento, quindi la reazione dovrebbe essere contenuta, a meno che la Fed dovesse deludere le attese portando così a un calo dei rendimenti e a un indebolimento del dollaro”, ha spiegato Mike Bell, global market strategist at JPMorgan Asset Management, citato da Bloomberg. “L’attenzione è ora puntata sulla conferenza stampa per vedere se dalla Banca Centrale dovessero arrivare toni più duri, in quel caso i rendimenti e il dollaro potrebbero crescere”:

Intanto la Borsa di Tokyo termina la seduta poco variata. L’indice Nikkei segna una variazione appena negativa dello 0,15% a quota 19.609,50. Sui mercati valutari lo yen si stabilizza a quota 114,80 con il dollaro, in attesa della decisione della Federal Reserve di questa settimana sui tassi in Usa.

Aperrtura poco mossa per lo spread. Il differenziale Btp/Bund segna in avvio quota 187 punti con il rendimento del nostro decennale al 2,37%. Sul debito italiano si regstra intanto il nuovo avvertimento della Commissione europea che chiede al più presto un intervento di correzione dei conti. A rischio – secondo quanto riportato oggi da Repubblica – ci sarebbe anche la flessibilità concessa all’Italia per il 2016, e in particolare quella per investimenti. Apertura stabile per l’euro. La valuta europea viene scambiata a 1,0644 dollari. Anche su queste fronte sono decisive le decisioni della Fed. Se le attese della maggior parte degli analisti dovessero rimanere deluse la divisa americana. Forte calo per la sterlina sulla scia dei timori degli effetti della Brexit fra cui un possibile referendum bis secessionista della Scozia. Il pound cede nei confronti del dollaro lo 0,67% a 1,2137.

Agenda macroeconomica fitta di dati in arrivo dall’estero. Si parte dall’inflazione tedesca, salita al 2,2% annuo a febbraio, per la prima volta sopra il 2% da agosto 2012 e confermano la lettura preliminare di due settimane fa, e da quella spagnola. Sempre dalla Germnia si apsetta l’indice L’indice zew sulle attese per i prossimi mesi, mentre dall’Eurozona è in arrivo l dato sulla produzione industriale. Nel pomeriggio si guarda invece ai prezzi alla produzione negli Stati Uniti.

Sul fronte delle materie prime, il prezzo del greggio non rimbalza e resta sotto la soglia dei 49 dollari al barile sui mercati. Il petrolio Wti del Texas viene scambiato a 48,38 dollari con un calo di due centesimi. I dati sulle scorte Usa continuano a deprimere i prezzi, scesi di oltre il 9% nelle ultime sei sedute. Debole anche il Brent, a 51,37 dollari al barile. Resta stabile invece l’oro. Il metallo con consegna immediata viene scambiato a 1203 dollari l’oncia.

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