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Borse europee in rialzo nell’ultima seduta dell’anno

Dic 31, 2018

Le Borse europee hanno chiuso l’ultima seduta dell’anno in rialzo, orfane di molti listini – tra cui Milano e Francoforte – e con orari ridotti. Sulla spinta dell’ottimismo di Donald Trump per un accordo commerciale con la Cina, Parigi ha guadagnato l’1,11%, Madrid lo 0,54%, Lisbona l’1,81%, Amsterdam lo 0,77%. Solo Londra ha dato segni di debolezza (-0,09%). Positiva anche Wall Street, col Dow Jones che ha chiuso in progresso dell’1,15%, il Nasdaq dello 0,77% e l’indice S&P 500 dello 0,85%.

I listini del Vecchio Continente archiviano comunque un anno da dimenticare, con l’indice paneuropeo Stoxx 600 che ha perso il 13,2%, realizzando la peggiore performance dal 2008, anno segnato dal fallimento di Lehman Brothers. Tra le piazze principali, le performance peggiori sono state quelle di Francoforte (-18,2%) e Piazza Affari (-16,1%).

Il 2018 è stato un anno da dimenticare anche per i mercati asiatici, che hanno vissuto i 12 mesi peggiori dal 2011. La peggiore Borsa mondiale dell’anno è stata quella di Shanghai, penalizzata dalla guerra commerciale tra Cina e Usa e dai fallimenti di centinaia di istituti che operano nel sistema bancario ombra, che chiudono per il timore di essere regolamentate, oltre che dal rallentamento dell’economia cinese, cresciuta quest’anno solo del 6,5%. L’indice Csi 300 di Shanghai quest’anno ha bruciato 2.300 miliardi di dollari di valore di capitalizzazione di mercato, perdendo il 25%. Tokyo ha perso nel 2018 il 14%, come Hong Kong, contro una perdita di quasi il 7% del Dow Jones a Wall Street e del 13% a Londra.

Nell’ultima seduta dell’anno Hong Kong ha chiuso gli scambi in rialzo dell’1,34% mentre Sydney ha ceduto lo 0,14%. Poco mossa (+0,05%) Mumbai, l’unica altra Borsa aperta.

L’euro chiude stabile sul dollaro sopra quota 1,14.

Cina: industria in contrazione per la prima volta dal 2016

L’industria manifatturiera cinese entra per la prima volta dal 2016 in una fase di contrazione. A dicembre l’indice pmi manifatturiero, che raccoglie le indicazioni dei direttori degli acquisti del comparto industriale, è sceso a 49,4, scivolando sotto la soglia di 50 che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione.

Si tratta del quarto calo mensile consecutivo per l’indice Pmi, che risente dei timori per la guerra commerciale in atto con gli Usa e che conferma la fase di rallentamento dell’economia del colosso asiatico. Le attese degli analisti erano per un Pmi stabile a 50, in linea con il dato di novembre.

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