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Borse deboli, pessimismo sulle trattative Usa-Cina. In arrivo il taglio dei tassi Fed

Lug 31, 2019

MILANO – Ore 10:00. Borse deboli sulle trattative commerciali impantanate tra Usa e Cina, in attesa del taglio dei tassi della Fed e nel mezzo di una raffica di trimestrali. Rilevanti, poi, i dati macroeconomici in via di pubblicazione nel corso della giornata.

In Asia hanno pesato i commenti negativi di Donald Trump sull’esito del braccio commerciale tra le due superpotenze, inoltre alcuni singoli titoli come Samsung hanno pagato il conto di trimestrali deludenti.

In Europa, Milano riesce a tenere in rialzo dello 0,17%. Raffica di semestrali, tra le quali Fca, Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Snam, su Piazza Affari. Poste ha annunciato utili in crescita del 4% nel trimestre, mentre EssilorLuxottica ha lanciato un’offerta per le catene di GrandVision: valutate oltre 7 miliardi. Male Ferragamo dopo i conti dati ieri sera: è la peggiore del listino principale. Misti gli andamenti nel resto d’Europa: Francoforte sale dello 0,05%, Parigi è invariata e Londra cede lo 0,25%.

Questa mattina si è registrata la chiusura di seduta in ribasso per la Borsa di Tokyo: l’indice Nikkei ha lasciato sul terreno lo 0,86%, ovvero 187,78 punti, riducendosi a quota 21.521,53. L’indice allargato Topix è invece calato dello 0,66% a 1.565,14 punti. Ieri sera, Wall Street ha chiuso in ribasso per i dubbi commerciali: il Dow Jones ha perso lo 0,08%, il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,24%. Bene Apple nel dopo mercato a seguito di conti superiori alle attese.

Ricca l’agenda macroeconomica. A luglio, cala la fiducia dei consumatori in Giappone: l’indice di riferimento, reso noto dal governo, scende a 37.8 punti rispetto ai 38.7 punti di giugno. Un risultato inferiore alle attese e che segna il livello più basso da aprile 2014. In Cina, sorprende il Pmi manifatturiero in rialzo a 49,7 punti a luglio ma sempre sotto la soglia dell’espansione economica. In attesa di Pil e inflazione, in Italia la disoccupazione segna il minimo dal 2012 al 9,7%.

L’euro apre in rialzo sopra 1,11 dollari. In ripresa la sterlina, che ieri ha quasi toccato i suoi minimi storici. La moneta unica passa di mano a 1,1158 dollari e 121,08. In calo dollaro/yen a 108,51. In rialzo la sterlina a 1,2158 sul dollaro per l’aspettativa di una hard Brexit. E’ da tre giorni che la sterlina è sotto tiro e ha toccato un minimo di 1,091 sul biglietto verde, non lontano dal minimo record di 1,065 raggiunto dopo il voto sulla Brexit. Avvio di giornata senza sensibili variazioni per lo spread tra Btp e Bund tedesco che segna 197 punti (198 ieri sera). Il rendimento del titolo decennale italiano è all’1,57%.

Continua a salire la tensione tra Iran ed Usa e salgono le quotazioni del petrolio spinte anche dai dati delle scorte statunitensi che indicano una riduzione. I contratti sul greggio wti con scadenza a settembre guadagnano così lo 0,7% a 58,45 dollari al barile mentre il Brent si porta a 65,21 dollari con un aumento di 49 centesimi. Quotazioni in leggero calo per l’oro che interrompe così brevemente il trend di crescita costante dell’ultimo periodo. Nel mese di luglio le quotazioni hanno guadagnato l’1,3%. Oggi sui mercati asiatici il lingotto con consegna immediata cede lo 0,2% a 1.427 dollari l’oncia.

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