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Bologna, collettivo contesta don Ciotti: “Non siamo tutti sbirri”. Il Pd: “Vigliaccata”

Mar 30, 2017

BOLOGNA – Attimi di tensione all’ingresso di Palazzo Malvezzi a Bologna, prima del corso “Mafie antimafie” inaugurato dal fondatore di “Libera” don Luigi Ciotti: alcuni studenti, fra cui esponenti dei collettivi universitari al centro delle proteste delle scorse settimane per il caso dei tornelli alla biblioteca di Lettere, non sono riusciti a entrare a palazzo Malvezzi – diretti all’aula che hanno occupato e non alla lezione del sacerdote – a causa del presidio di polizia all’ingresso. Cori contro le forze dell’ ordine (“Via la Digos dall’università”), poi, sotto la pressione di alcune decine di studenti, il portone è stato completamente aperto e la Digos ha permesso loro l’accesso, senza ulteriori ripercussioni. Il collettivo Hobo in particolare contesta su Facebook lo slogan “Siamo tutti sbirri” lanciato a Locri dopo che i muri della cittadina erano stati tappezzati di frasi contro don Ciotti, e contro la legalità: “Gli sbirri – si legge nel post – oggi sono gli sgherri del PD, sono quelli che picchiano gli studenti in biblioteca, sono gli stessi che massacrano il Salento e picchiano i salentini che in questi giorni stanno combattendo per evitare la distruzione delle loro terre”.

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Il Pd attacca: “Vigliaccata”. “Si prendessero qualche settimana di viaggio studio assieme a Don Ciotti – attacca su Facebook il segretario del Pd, Francesco Critelli – andassero sui terreni confiscati alle mafie, parlassero con i familiari delle vittime, si confrontassero con chi tutti i giorni combatte le mafie di ogni genere e rango. Ci provassero, sono sicuro che ne tornerebbero meno propensi a vigliaccate come quella odierna”. Vicinanza e sostegno arriva anche da Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa dell’

Emilia-Romagna: “Vicinanza e sostegno a don Luigi Ciotti: il suo esempio è un patrimonio troppo importante per essere oggetto di polemiche decisamente fuori luogo”.

Carbone: “Fascisti”. “È inaccettabile che un gruppo di fascisti si permetta di appropriarsi della vita universitaria di una città, Bologna, che della libertà ha fatto sempre la sua bandiera” dice Ernesto Carbone, deputato del Pd, che aggiunge: “Hobo non è un collettivo, è un’associazione a delinquere che sceglie di contestare chi come Don Ciotti si batte contro le mafie piuttosto che convogliare le proprie energie contro le associazioni malavitose che rubano il futuro di questo Paese. Il diritto al dissenso nulla ha a che vedere con manifestazioni del genere, e gli studenti di Bologna lo sanno bene. Mai con le mafie nè con chi praticando violenza decide di stare dalla parte sbagliata, con l’illegalità”.

Sulle scritte comparse a Locri don Ciotti – che appena arrivato ha ricevuto in dono dal Siulp un berretto da poliziotto – ha commentato: “In tutti questi anni non abbiamo solo ricevuto minacce, ma anche qualcosa in più. Non è questo che cambia la direzione del nostro impegno, anzi, lo rafforza sempre di più”. “Non posso dimenticare – ha

proseguito don Ciotti – quando tre anni fa Totò Riina, intercettato a sua insaputa in carcere, aveva espresso il desiderio di farmi fare la fine di don Puglisi: non sono certo le scritte dei giorni scorsi che fermano un percorso, anzi lo rafforzano perché sono tante le realtà che crescono, s’impegnano e si mettono profondamente in gioco. Poi c’è Luigi Ciotti, c’è un ‘noi’ che si è costruito e si continua a costruire nel Paese”.

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