BOLOGNA – E’ cominciato questa mattina alle 6.30 lo sgombero dello stabile occupato in via Mario De Maria 5, alla Bolognina, dove da più di due anni e mezzo vivono decine di famiglie, italiane e straniere, con diversi minori. Si tratta dell’ultima occupazione abitativa portata avanti dal collettivo Social Log, dopo gli sgomberi dell’ex Telecom e dell’edificio in via di Mura di Porta Galliera.
Scontri tra polizia e manifestanti. I blindati della polizia e dei carabinieri hanno chiuso le strade agli incroci con via Tiarini e via Niccolò dall’Arca. Anche l’ingresso alla stazione di via Carracci è stato chiuso, i viaggiatori devono entrare da piazza Medaglie d’Oro. E per questo disagio i pendolari protestano: “Così perdiamo il treno”. Dalle finestre del palazzo gli occupanti hanno cominciato a gridare “Vergogna, vergogna”, mentre in via dei Carracci si è formato un presidio di una trentina di attivisti, dietro allo striscione: “La casa è un diritto”. Un cordone di agenti li tiene a distanza, così come per la prima volta la stampa è stata allontanata dall’edificio che si sta sgomberando. Momenti di tensione sono avvenuti quando è scattata una carica della polizia, durata una trentina di secondi, in via Carracci, contro il presidio di Social Log. Una volta terminata, i manifestanti hanno ripreso la loro protesta, denunciando che “durante lo sgombero sarebbero stati usati spray urticanti, nonostante la’ dentro ci siano minori e persone malate”.
L’accusa degli attivisti: “Dove sono i servizi sociali?”. Sul posto anche i vigili del fuoco, che secondo Social Log avrebbero già aperto il portone principale dello stabile occupato, e la polizia municipale. “Hanno tolto acqua e luce – dice Fulvio di Social Log – stanno tagliando i cancelli dentro il palazzo. Le famiglie sono comunque determinate a resistere. Ci chiediamo dovè l’assessore alla casa Virginia Gieri e dove sono i servizi sociali”
La storia dell’occupazione. Lo scorso luglio – secondo Social Log – all’interno dello stabile, da tempo sotto sequestro da parte della Procura, erano presenti 34 nuclei familiari: circa 120 persone, tra cui 36 minori. Il palazzo di via Mario De Maria 5 è statooccupato il 6 marzo del 2014 ed appartiene ai fratelli Baschieri. Quel giorno uno dei proprietari raccontò di essere stato aggredito con un pugno allo stomaco, mentre tentava di chiudere l’ingresso laterale della palazzina per non fare entrare gli occupanti.
Verso la fine del 2014 la proprietà tagliò l’acqua all’edificio e il Comune decise di arginare il problema chiedendo ad Hera di rifornire i “nuovi” inquilini con dei sacchetti. Poi nell’aprile del 2015 per risolvere l’emergenza sanitaria il sindaco Virginio Merola firmò un’ordinanza urgente (come avvenne anche per l’ex Telecom occupata) con cui riallacciava l’utenza, scatenando così un vespaio di polemiche perché il provvedimento comunale contrastava con l’articolo 5 del Piano Casa del governo. Una scelta che è costata a Merola e agli assessori Amelia Frascaroli e Riccardo Malagoli l’accusa di abuso d’ufficio da parte della Procura: lo scorso marzo, però, al termine delle indagini i pm Antonello Gustapane e Antonella Scandellari hanno chiesto l’archiviazione per i tre indagati e due settimane fa il gip Mirko Margiocco ha chiesto nuovi “approfondimenti istruttori” prima di prendere una decisione, facendo slittare l’udienza al 24 novembre.
Tra il Comune e i proprietari c’è
stata una lunga trattativa per inserire il palazzo occupato nel “protocollo per l’uso degli edifici inutilizzati” e destinarlo all’emergenza abitativa, ma le due parti sono rimaste sempre distanti e non è mai stato trovato un accordo. Lo scorso anno, il 20 maggio, la Digos e i servizi sociali si erano già presentati in via De Maria per eseguire il provvedimento di sequestro che pende da tempo sull’immobile, ma il tentativo non aveva portato a nulla.