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Bari, il mistero del palazzo con 27 casi di tumore: “Diciotto di noi sono morti, aiutateci”

Nov 26, 2016

Diciotto morti e nove malati. C’è una palazzina a Japigia dove il tumore fa più paura che altrove. In via Archimede 16, proprio davanti al palazzetto dello sport di Bari, uno stabile di nove piani costruito alla fine degli anni Settanta, dal 1990 al 2016 ci sono stati 27 casi. Tumore al pancreas, cancro al fegato, allo stomaco. All’inizio è sembrato il normale corso degli eventi: del resto, il tumore colpisce tutti. Poi però ci sono stati i giovani. Il padre di Vito Dammacco, morto a 45 anni; il figlio di Michele Paloscia, ammalatosi di linfoma di Hodkin a 35 anni; la figlia del signor Magliocchi con un prolattinoma all’ipofisi a 32 anni.

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È stato allora che i condomini dello stabile di case popolari hanno cominciato ad allarmarsi. Così non hanno esitato e hanno scritto sia all’Arca, l’Agenzia regionale per la casa che ha sostituito il vecchio Iacp, sia all’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. “Abbiamo chiesto al proprietario dell’immobile, l’Arca, di venire a verificare – spiega Magliocchi, che vive al primo piano – Vogliamo semplicemente che sia fatta chiarezza, vogliamo sapere perché ci sono stati quasi 30 casi di tumore all’interno di una sola palazzina”.

Le ipotesi che avanzano gli inquilini sono diverse, ma senza base scientifica. “Mio figlio si è ammalato giovane, a 35 anni con il tumore di Hodkin, sta ancora in terapia – prosegue il condomino Michele Paloscia – Nel giro di un mese sono morte due persone che abitavano in questo palazzo, entrambe di tumore allo stomaco. Non siamo medici e non possiamo dire cosa ci sia, certo è che è una strage: non vorremmo aver inalato pure noi qualcosa di pericoloso come per la Fibronit”. Più di uno addita la presenza dell’ex discarica coperta da una collinetta verde alle spalle del palaflorio. Ma c’è anche chi è convinto che il problema sia nel palazzo di via Archimede 16.

“Ho perso mio padre per un tumore al colon retto con metastasi a 45 anni – racconta Vito Dammacco, che di anni ne ha 34 – Poi dopo 18 anni è capitato anche a mia madre: tumore allo stomaco. Credo che qualcosa in questo stabile ci sia: non può essere una semplice casualità. Noi vorremmo capire cosa c’è nei muri, nelle tubature, nei pavimenti. Se i miei genitori sono morti per volere di Dio, me ne farò una ragione. Altrimenti voglio chiarezza e giustizia”. Nella palazzina, in tutto 27 appartamenti, c’è anche una signora che ha già perso il marito tre anni e mezzo fa per tumore ai polmoni e che si è adesso ammalata. “Si sono susseguiti i morti – va avanti un altro inquilino – la causa? Tumore, tumore, tumore. Siamo allarmati, vogliamo sapere anche se è in pericolo la nostra salute. Siamo nonni e qui vengono a stare i nostri

nipotini”.

L’Arca, dopo aver ricevuto la segnalazione del condominio, si è subito attivata. “Abbiamo contattato subito l’Arpa e ci hanno assicurato che provvederanno quanto prima a fare analisi e approfondimenti – è il commento dei vertici dell’ex Iacp – Abbiamo sentito anche l’Area metropolitana e l’Asl per la presenza dell’ex discarica coperta dal terreno. Abbiamo preso a cuore questa situazione e vogliamo vederci chiaro”.

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