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Balsamico Village, un parco per l’aceto più famoso del mondo

Ott 15, 2016
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Volete sapere tutto sul balsamico? Fate un giretto nella bassa modenese, a Carpi, che ha appena inaugurato Balsamico Village, il primo parco tematico dedicato all’aceto balsamico, l’indicazione geografica italiana più esportata e apprezzata al mondo. Un investimento visionario della storica acetaia De Nigris, che ha autofinanziato con 20 milioni di euro una struttura di 40mila metri quadrati tra 70 ettari di vigneti di proprietà per realizzare una fabbrica-scuola-museo a cielo aperto dove valorizzare l’“oro nero” del territorio emiliano e la sottostante millenaria cultura agroalimentare che già Virgilio narrava quando nelle Georgiche scriveva di “sapa” (mosto fermentato).

«Un oro nero che rischia di sbiadire se non si scommette sul connubio tra cibo e territorio per richiamare turisti e quindi creare valore. Ci sono 22 milioni di visitatori che transitano tra Firenze e Venezia, altri 17 milioni soggiornano sul lago di Garda: sono flussi che dobbiamo intercettare», sottolinea Armando De Nigris, presidente della De Nigris-Acetifici italiani di Modena. Un gruppo con 127 anni di storia alle spalle, 70 milioni di euro di fatturato (in crescita anche quest’anno di un 5-6%), 35 milioni di bottiglie prodotte ogni anno. Numeri che ne fanno il leader di mercato in Italia, con il 22% del business, e il primo player sui mercati esteri. «Il 27% dell’export italiano di aceto balsamico lo facciamo noi – commenta il presidente – esportiamo l’80% dei volumi in 70 Paesi e questo parco è pensato proprio guardando al mondo e all’imperativo di uscire dalle nostre ampolline per raccontare i nostri vigneti e le nostre eccellenze alimentari».

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Balsamico a 360 gradi

Nel Balsamico Village si parlerà solo di aceto balsamico, in tutte le sue declinazioni, dal paesaggio di una grande collina panoramica con “grapewatch” sui 7 diversi vitigni che diventano mosto per la Igp, all’orto botanico verticale multisensoriale per sfregarsi tra le mani le essenze che rendono unico l’oro nero, dall’anfiteatro con ceramiche artistiche sassolesi dipinte a mano fino all’accademia dove degustare, cucinare a apprezzare la versatilità del distillato aromatico. All’interno del parco anche Villa Grimelli, che a metà Ottocento fu la casa dell’omonimo chimico che per primo codificò l’oro nero modenese.

«Puntiamo ad arrivare a 20mila visitatori in due anni – conclude De Nigris – e speriamo che la nostra iniziativa non solo faccia da volàno a tutto il territorio, ma sia anche di esempio per altri imprenditori del settore. Perché l’Italia deve intercettare la tendenza sempre più marcata dei turisti internazionali, che viaggiano richiamati sempre più dai sapori e non solo dalla cultura e dall’ambiente della nostra terra. Ma per riuscirci dobbiamo imparare a raccontare le nostre eccellenze e la tradizione e i valori che le alimentano fin dalle origini».

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