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“Aprite i porti”, sabato a Bologna la protesta nata sul web

Gen 29, 2019

BOLOGNA – “Per riconoscerci indossiamo tutti qualcosa di rosso”. Il popolo che resiste “alla inumanità” che chiude i porti e lascia la Sea Watch alla deriva col suo carico di migranti si tinge di rosso e scende in piazza sabato 2 febbraio, alle 14 sotto Palazzo d’Accursio, per “costruire una grande catena umana contro chi vorrebbe lasciar morire in mare coloro che scappano da guerra, fame e povertà”. L’autoconvocazione parte dal basso e prende corpo nella pagina Facebook “L’Italia che resiste”, ma non esclude bandiere di associazioni o di partiti.

“Ognuno è invitato ad esserci con quello che rappresenta, per mostrare d’essere presente. Diversamente dal solito, non c’è l’invito a non portare ognuno le proprie bandiere, e questa è una novità. Io ci sarò senz’altro” spiega l’ex assessora Amelia Frascaroli, che ieri ha alimentato il tam tam social per diffondere l’appuntamento. Un passaparola partito dalle chat e rimbalzato su Facebook, Twitter e Instagram che tocca diverse città d’Italia, e che a Bologna rappresenta pure il tentativo (già riuscito altrove, dalla Milano antisovranista dell’agosto scorso ai 10mila di Genova per l’accoglienza) di unire tutte le schegge di resistenza civile che si sono mosse per ora in iniziative distinte e autonome, dai presidi degli universitari in via Rizzoli dove sabato si sono fermati anche Romano Prodi e Flavia Franzoni alla protesta dei balconi per “far scendere” i migranti dalla Sea Watch.

Così nel giorno in cui a Roma i cittadini vanno in piazza trascinati dal manifesto “Non siamo pesci” di Luigi Manconi firmato da 600 intellettuali tra cui anche Alessandro Bergonzoni anche Bologna si prepara. La piattaforma “Portici della Pace” che organizza la marcia della pace annuale dove a gennaio Virginio Merola e Matteo Zuppi hanno lanciato il loro appello all’accoglienza, subito rilancia l’iniziativa. Tra gli aderenti ci sono già Cucine Popolari, Bologna social Food, Bandiera Gialla, Arci, Amici di Pace, Comunità Giovanni XXIII, Missionari comboniani e tante altre.

Il sindaco non sa ancora se sarà presente personalmente in piazza, ma il Comune aderisce all’iniziativa, così come la sinistra in consiglio comunale, da Coalizione Civica al Pd. Il consigliere di Coalizione Federico Martelloni ha presentato ieri in aula un odg per invitare la giunta a insistere per l’attracco della Sea Watch. Il documento non è arrivato in votazione per mancanza di tempo, ma sarebbe passato coi voti della sinistra unita. Riflettori puntati anche sulla trasformazione dell’hub di via Mattei in Cas, centro di accoglienza straordinaria, come dettato dalla prefettura. Se Merola ha definito il Cas “il male minore” rispetto al Centro per il rimpatrio (Cpr), il Pd alza l’asticella politica, chiedendo al Comune “una reazione di resistenza a questo progetto di demolizione”. E Frascaroli suona la sveglia anche alla Regione di Stefano Bonaccini: “Siamo gli unici ad aver creato assistenza diffusa. Proviamo a tenerci l’Hub. Io spero che anche la Regione abbia voglia di combattere un po’, su questo”

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