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Apple cresce anche senza la spinta degli iPhone: utili sopra le attese

Mag 2, 2018

MILANO – Profitti sopra le attese per Apple e punto forte segnato contro chi credeva che la società non sapesse rispondere alla fine della fase di crescita acceleratissima delle vendite di smartphone nel mondo. L’azienda di Cupertino ha registrato un utile per azione pari a 2,73 dollari – contro 2,67 attesi in media dagli analisti – nel secondo trimestre fiscale e ricavi in linea a 61,1 miliardi di dollari. L’utile è ammontato a 13,8 miliardi di dollari, nel complesso, in rialzo del 25,3%. Per gli azionisti arriverà il ‘premio’ di un buyback – un riacquisto delle proprie stesse azioni – del valore fino a 100 miliardi di dollari.

E’ l’agenzia finanziaria Usa Bloomberg a notare che questi numeri confermano che “mentre è finita l’epoca della crescita a doppia cifra dell’industria degli smartphone, il ceo Tim Cook ha un piano per controbattere al rallentamento”: la Mela sa prosperare anche con il “malessere” dei telefonini intelligenti. Wall Street sembra aver dato atto a questa lettura e le azioni sono cresciute nel post-trading di ieri sera, dopo che già la giornata si era chiusa in buon rialzo (+2,3%) grazie alle anticipazioni positive di alcuni analisti.

A far felici gli investitori sono anche il piao di buyback da 100 miliardi e una maggior remunerazione attraverso il dividendo.

L’anno scorso il settore degli smartphone ha visto calare le consegne del per cento, e Apple ha risposto cercando di espandere la rete di servizi offerti ai possessori dei suoi 1,3 miliardi di apparecchi, ben tenendo presente che i telefonini contano ancora comunque per più del 60% dei ricavi. Il colosso tecnologico ha infatti deluso con le consegne dei suoi iPhone ma ha annunciato – come era atteso – un nuovo piano di buyback “senza precedenti” da 100 miliardi di dollari; quello da 210 miliardi verrà completato nel trimestre in corso. Inoltre, il gruppo ha alzato la cedola trimestrale per la sesta volta in sei anni (+16% a 73 centesimi di dollari).

“Lentamente, ma inesorabilmente, Apple si sta proponendo come qualcosa di più di una semplice storia-di-iPhone e sta mostrando la capacità di tenere alte le vendite a dispetto della traiettoria assunta” dai suoi telefonini, ha scritto l’analista Amit Daryanani di RBC Capital Markets citato dall’agenzia finanziaria. Non a caso, nel secondo trimestre fiscale le vendite degli iPhone sono salite “solo” del 2,9%. Nonostante l’iPhone X probabilmente non abbia ancora raggiunto il suo apice, il prezzo di lancio a 999 dollari ha permesso di far salire i ricavi del 14%. Il prezzo medio di vendita del melafonino è stato di quasi 730 dollari, proprio grazie alla spinta in alto data dal modello di lusso, con una crescita dell’11%. L’iPad ha continuato la sua ripresa in termini sia di ricavi (+6% annuo a 4,11 miliardi di dollari) sia di unità (+2% a 9,11 milioni) per il quarto trimestre di fila. Il numero di Mac venduti è sceso del 3% annuo sopra i 4 milioni di unità generando 5,848 miliardi di dollari.

Dalla voce dei “servizi”, invece, le vendite sono cresciute del 31% a un livello record di 9,2 miliardi: App Store, Apple Music, la memoria iCloud ed Apple Pay hanno tutte registrato vendite record, ha gongolato Cook. In effetti, se anche si considera la capacità di mantenere un livello di vendite di device costante, la prateria per piazzarvi i servizi annessi è immensa. Un abbonamento per Apple Music costa 10 dollari al mese, e gli utenti a pagamento hanno recentemente toccato i 40 milioni. In media iCloud viene pagato 2,99 dollari al mese. Ci sono 270 milioni di persone che hanno fatto una registrazione a pagamento per qualche servizio della piattaforma, erano 100 milioni un anno fa.

L’amministratore delegato Cook si è detto “entusiasta” di comunicare “il migliore trimestre di marzo, con una crescita forte del fatturato legato a iPhone, servizi e dispositivi indossabili”. Secondo lui, l’iPhone X “è stato l’iphone più venduto in ogni settimana del trimestre, così come era stato successivamente al suo lancio (avvenuto nel novembre 2017) nel trimestre di dicembre”. Nella call a commento dei conti, Cook si è detto “ottimista” in merito alle trattative commerciali tra Usa e Cina: “La Cina vince solo se gli Usa vincono. E il mondo vince solo se Cina e Usa vincono. La storia insegna che se i paesi abbracciano l’apertura, fanno meglio di quelli che scelgono la chiusura”. Il direttore finanziario, l’italiano Luca Maestri, ha posto l’accento sul flusso di casa di oltre 15 miliardi. E’ lui ad avere precisato nella call che “vista la dimensione grande del nuovo piano di buyback, ci vorrà un pò di tempo per realizzarlo ma il nostro piano è di farlo rapidamente”. Maestri ha aggiunto che “con la flessibilità maggiore che ora abbiamo di accedere al cash globale, possiamo investire con maggiore efficienza nelle nostre attività Usa”.

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