(di Valeria Robecco)
NEW YORK – Cinque anni fa, poche settimane dopo aver passato il testimone al suo successore Tim Cook, il genio visionario di Apple, Steve Jobs, si spegneva per un tumore al pancreas: le sue intuizioni hanno aperto nuovi capitoli nella storia dell’informatica, e il suo culto e’ ancora vivo più che mai tra i fan in tutto il mondo. Oggi Apple e’ la più grande società al mondo per valore di mercato e rimane una delle più influenti, il suo utile netto di 53 miliardi di dollari dell’anno scorso era superiore a quello combinato di colossi dell’high tech come Facebook, Amazon e Microsoft.
Allo stesso tempo, però, la crescita di Cupertino sta rallentando e si trova ad affrontare più preoccupazioni che mai sul suo futuro, con le vendite di iPhone e iPad in calo per una progressiva saturazione del mercato, e il fatto che l’Apple Watch non è diventato un prodotto di grande successo. Secondo diversi osservatori, insomma, la Mela non e’ più quella di una volta, o quanto meno, sembra sia venuto a mancare il colpo di genio nel pensare prodotti precursori di consumi e tendenze, seguendo l’eredità di colui che ha stravolto il mondo della tecnologia, ideando oggetti che hanno cambiato la vita a più di una generazione.
E la Apple, forse per la prima volta, viene percepita, almeno in Europa, come una entità di una certa arroganza che non vuole pagare le tasse: accusata di avere approfittato di un regime fiscale troppo favorevole in Irlanda, la Casa di Cupertino ha reagito stizzita all’annuncio di una ‘multa’ di 13 miliardi di euro comminata dalla Commissione europea. Dal Macintosh (il primo personal computer con il mouse) passando per iPod e iTunes Store, che hanno modificato radicalmente il modo di acquistare la musica, fino all’iPad e soprattutto all’iPhone, su cui Jobs ha sostituito i pulsanti con il touchscreen dando vita ad una vera una rivoluzione.
Apple, però, cerca ancora di inventare futuro, e nel nuovo iPhone 7 abbandona il jack, la presa per le cuffie. Forse un po’ troppo poco, osservano i più critici. Da quando e’ morto, Jobs è diventato protagonista di libri e film, il suo discorso ai neolaureati dell’Universita’ di Stanford con la celebre frase “Siate affamati, siate folli” viene ripetuto come un mantra. Il suo ricordo viaggia sui social network e anche sul sito Apple, dove gli e’ stata dedicata una pagina dal titolo ‘Remembering Steve’, che raccoglie in tempo reale tutti i pensieri dei suoi fan. Ormai sono milioni le persone da tutto il mondo ad aver condiviso i propri ricordi e messaggi: “Una cosa che tutti hanno in comune, da quelli degli amici personali, ai colleghi, ai possessori di prodotti Apple – si legge sul sito – è il modo in cui sono stati toccati dalla sua passione e creatività”.