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Alla (ri)scoperta di… Area-51!

Lug 20, 2019

Torna la nostra rubrica dedicata ai videogiochi del passato, di quelli che hanno fatto la storia ma anche di quelli sottovalutati o bistrattati da critica e pubblico. Visto il clamore goliardico degli ultimi giorni dedicato alla volontà di diversi pazzi, pronti ad “assediare” l’Area-51, non potevamo certamente esimerci dal non raccontare uno dei videogiochi più iconici ispirati a questa impenetrabile e super segreta base americana situata in Nevada.

Stiamo ovviamente parlando di Area-51, uno sparatutto in prima persona sviluppato dalla ormai, ahinoi, defunta Midway che tra i tanti, ha visto al doppiaggio personalità dal calibro di Marilyn Manson e David Duchovny. Insomma, non parliamo di certo di un gioco dal budget ridotto, ma anzi, lo stesso venne molto pubblicizzato e nonostante una trama davvero intrigante, dovette fare i conti con titoli sensazionali dell’epoca, come Halo 2 o Half-Life 2, veri e propri status-quo del genere.

L’Area-51 dell’immaginario collettivo

Lo scopo dei ragazzi del team di sviluppo era quello di cercare di proporre ai giocatori, l’Area-51 da sempre immaginata. Una base militare segreta dove vengono effettuati misteriosi esperimenti di carattere medico-scientifico, niente, quindi, che possa condurre al classico tema alieno, almeno inizialmente.

La trama vede il protagonista Ethan Cole a capo della squadra HazMat Bravo, un team di pronto intervento che opera in situazioni di estrema necessità. Il gruppo è stato richiamato dalla base dopo che, un’altra squadra, la HazMat Delta, è risultata dispersa durante un’operazione di recupero di un misterioso virus, sviluppato all’interno della struttura stessa.

Sin dai primi minuti ci si rende conto dell’enorme gravità della situazione. Il personale al lavoro all’interno dell’Area-51 è stato contagiato dallo stesso virus, trasformando tutti in esseri abominevoli dalla forza straordinaria. Col passare del tempo, la squadra di Ethan Cole viene sterminata e si scope che il virus non è altro che mutagene, una particolare sostanza recuperata da esseri alieni che altera il DNA di chiunque l’assuma. Anche il nostro protagonista entra in contatto con il mutagene, ma fortunatamente il suo corpo riesce a controllarlo e a sfruttarlo, divenendo più forte e più agile.





Ed è proprio nelle profondità della struttura che Ethan Cole si rende conto di non aver mai saputo realmente nulla della base vera e propria. Sperimentazioni aliene, la navicella di Roswell recuperata e nascosta, il set per ricreare lo sbarco sulla luna, gli Illuminati e tantissime altre prove di cospirazioni americane da sempre solo e immaginate che, improvvisamente, trovano conferma passo dopo passo all’interno di un storia espansa davvero ben costruita.

La vicenda cambia durante il proseguo, da una parte il nostro protagonista che attraverso un percorso personale, vive un’esperienza tra il limite dall’arrendevolezza e la voglia di scoprire di più, con la speranza di sopravvivere e raccontare tutto ciò che ha visto, dall’altra parte la narrazione si trasforma, passando da tematiche più sanguinarie e horror a momenti misteriosi e al limite dell’incredibile, come il meraviglioso primo contatto, costruito e ispirato a “Incontri ravvicinati del Terzo Tipo” di Steven Spielberg.

La sfortuna di un buon prodotto

Area-51 venne accolto freddamente dalla critica, nonostante una trama tutto sommato ben sviluppata e ben narrata che avrebbe potuto, successivamente, aprire le strade verso una vera e propria serie. A testimoniare il fatto che la vicenda raccontata sia stata ben apprezzata, è l’acquisto dei diritti del gioco da parte di Paramount Picture, decisa a trasporlo in un film. Sfortunatamente il progetto ebbe non pochi problemi e il film si trasformò in un falso documentario a basso costo nel 2015.


L’insuccesso di Area-51 è stato in parte causato da una concorrenza praticamente impareggiabile, oltre che da alcuni errori del team di sviluppo. Per prima cosa tutto il lato tecnico del gioco, seppur buono, era inferiore ad altri prodotti dell’epoca, oltre a questo il multiplayer Arena aveva numerosi problemi di struttura e di netcode, il gioco venne infatti praticamente subito abbandonato.

Insomma la storia principale venne molto apprezzata, ma solo da una nicchia di giocatori che non riuscì a far sentire la propria voce sul mercato. Midway ci riprovò nel 2007 con BlackSite: Area 51, un seguito-reboot che fece addirittura peggio del predecessore, non riuscendo a colpire nemmeno dal punto di vista narrativo.

Il 29 settembre 2008 il gioco, ormai senza proprietario, venne distribuito come freeware e sponsorizzato dalla US Air Force. Si, avete capito bene, l’areonautica militare degli Stati Uniti d’America ha volutamente sponsorizzato un videogioco sull’Area-51. Un modo simpatico per impreziosire l’alone di mistero attorno a una delle basi militari più segrete e protette del globo.

Siamo consci del fatto che si tratta di un gioco con parecchi anni sulle spalle, ma se cercate un videogioco con una trama interessante e un gameplay abbastanza semplice, allora potreste prendere in considerazione di giocare o rigiocare questo vecchio titolo che, viste tutte le notizie sull’Area-51 abbastanza ironiche di questi giorni, potrebbe davvero regalarvi delle ore di gioco divertenti e appassionanti.

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