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Affidi illeciti, nuova richiesta di arresto per il sindaco di Bibbiano

Set 10, 2019

BOLOGNA – Cinque indagati dell’inchiesta Angeli e Demoni, sugli affidi in Val d’Enza, fra cui il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, tornano al centro dell’indagine della procura reggiana, con l’accusa di abuso d’ufficio.

Come riferisce la ‘Gazzetta di Reggio’, il pm ha presentato ricorso su una vicenda relativa a una serie di incarichi di difesa dei minori in affido. Per questi cinque indagati erano infatti già stati chiesti gli arresti domiciliari a giugno, quando l’inchiesta era ancora sotto traccia, ma il gip aveva detto di no. La decisione è stata adesso impugnata.

Oltre a Carletti, che è già ai domiciliari, sarebbero al centro del provvedimento anche la dirigente dei servizi sociali Federica Anginolfi e l’avvocato reggiano Marco Scarpati che, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto un ingiusto vantaggio patrimoniale per gli incarichi a lui affidati dall’Unione dei Comuni della Val d’Enza, della quale Carletti era delegato ai servizi sociali.

L’ipotesi di reato, secondo la Procura, è abuso d’ufficio con coinvolti, in concorso, la dirigente del servizio sociale Federica Anghinolfi, il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (nel ruolo di delegato alle Politiche sociali dell’Unione), l’avvocato Marco Scarpati, l’istruttore direttivo amministrativo del servizio sociale Barbara Canei, e la responsabile dell’ufficio di Piani dell’Unione, Nadia Campani. Per ciascuno la Salvi aveva chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari, ma il gip aveva rigettato, lo scorso 20 giugno, le sue richieste.

Il sostituto ha però impugnato la decisione del giudice, il 16 settembre è attesa la decisione del Riesame di Bologna. Come riporta la Gazzetta di Reggio, Scarpati avrebbe ottenuto un ingiusto vantaggio dagli incarichi che l’Unione gli ha affidato in continuità, in particolare quelli fino al 2015 per quasi 15mila euro. Poi, dopo l’entrata in vigore di un decreto legislativo del 2016 connesso alle linee guida dell’Anac, gli sono stati liquidati circa 50mila euro. Il pm argomenta: “Simulando l’effettuazione di una formale procedura a evidenza pubblica, per l’affidamento dell’incarico di consulente giuridico a favore del servizio sociale, la procedura era in realtà intrisa di macroscopiche e gravissime irregolarità volte a favorire Scarpati”.

Il sindaco Carletti e Campani erano – secondo l’accusa – in “costante raccordo con la Anghinolfi e pienamente consapevoli della totale illiceità del sistema, disponevano la sistematica attribuzione di tutta la materia legale relativa ai minori affidati al servizio sociale a un singolo soggetto”.

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