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“A chi lascio il cane o le chiavi?”: a Bologna nasce il portinaio di rione

Mar 4, 2017
Per associarsi bisogna fare una tessera da cinque euro: dietro al nome c’è una fotografia delle Due Torri, col sottotitolo: “Una porta aperta alla città”. Nel modulo, oltre alle proprie generalità, l’associato deve indicare cosa sa fare: “videomaker”, “sarto”, “falegname”. I servizi non sono a pagamento, ma chi vuole dare una mano all’associazione (che non ha fini di lucro) può comprare qualcosa: vestiti di seconda mano, tessuti avanzati dal vecchio negozio di stoffe di Anita, borse, oggetti comprati dall’Ant o dal mercatino di Piazza Grande in via Staligrado. Ad Anita e Rita basta pagare l’affitto.

“I locali — spiegano — sono della Curia, paghiamo un canone di 300 euro al mese e per il momento siamo sempre riuscite a saldarlo. Qui nessuno guadagna niente, lo scopo è mettere in relazione le persone“. Come? “Abbiamo messo in contatto una signora che aveva bisogno di arredare la sua casa, ma non aveva soldi, con un’altra che aveva dei vecchi

mobili di cui voleva disfarsi. L’altro giorno abbiamo tenuto il cane per un signore malato. Un’anziana ci ha cucito delle borsette e ci ha chiesto di metterle in vendita, per arrotondare la pensione. E c’è un signore di Imola che viene una volta alla settimana: fa le file in Posta per tutti”.

Non hanno un sito web e non sono su Facebook, ma le conoscono già tutti, in quartiere, soprattutto gli anziani. È bastato il passaparola.

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