«Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la fase 2». Lo ha detto il Commissario straordinario Domenico Arcuri sottolineando che al momento sono stati distribuiti 138 milioni di mascherine e che le Regioni hanno ad oggi 47 milioni di mascherine nei magazzini. Arcuri ha poi annunciato che è stato siglato un accordo con 2 imprese italiane per realizzare 51 macchinari che produrranno tra 400 e 800mila mascherine al giorno. Macchine che lo Stato acquisterà. «Arriveremo presto a produrre almeno 25 milioni di mascherine al giorno».
«Siamo in grado di distribuire le mascherine che serviranno. Ci sono già categorie aggiuntive per alcuni comparti. Certamente ce ne saranno delle altre e questo è uno dei principali argomenti in queste ore in seno al governo».
Arcuri ha anche ricordato che la distribuzione riguarda i dispositivi per determinate categorie – sanità, parasanità, servizi pubblici essenziali, forze di polizia e forze armate – e che queste categorie «ne hanno più di quelli che servono».
Il sistema di approvvigionamento «sta funzionando» e vengono distribuite alle Regioni più mascherine «di quelle che servono». Un fabbisogno che per il momento è stato soddisfatto con le importazioni. Ma un «grande paese – ha aggiunto Arcuri – non può dipendere per sempre dalle importazioni perché la salute non può dipendere dall’orario di atterraggio dei cargo e dal contenuto che è nelle loro stive, non può dipendere dalle guerre commerciali e da speculatori senza scrupoli».
Ecco perché l’Italia deve fare da sola. Al momento, ha detto ancora, ci sono 106 imprese che stanno riconvertendo gli impianti, cinque delle quali hanno già sottoscritto un contratto con lo Stato. Inoltre, ieri è stato siglato un accordo «con due grandi imprese italiane che stanno producendo 51 macchine utensili che serviranno a produrre mascherine nel nostro Paese».
I prezzi
«Nelle prossime ore con un’azione che abbiamo concordato stanotte con il governo fisseremo il prezzo massimo al quale le mascherine potranno essere vendute: lo faremo sia con riferimento al prezzo che all’aliquota fiscale connessa allo stesso».
Test sirologici
Arcuri ha poi toccato il tema dei test sierologici spiegando che è stata «conclusa oggi la gara cui hanno partecipato 72 aziende «Dal 4 maggio potremo iniziare l’indagine a campione sui primi 150mila cittadini. Assieme a Inail e Istat, in base all’anagrafe, alla zona, al censo e alla classe, avremo una massiccia messa in campo di questi test che ci permetteranno di raggiungere primi risultati». «E’ stato raggiunto il primo dei quattro obiettivi che si erano posto il ministro della Salute per ripartire – ha precisato il commissario – . Il vincitore non solo è quello che ha risposto con maggiore qualità, ha confermato di avere insieme gli otto requisiti posti alla base della gara, ma ha deciso che 150mila test debbano essere offerti a titolo totalmente gratuito. Dunque, ha vinto la migliore offerta sul mercato oggi esistente senza che gravi sulle casse dello Stato».
Arcuri ha infine spiegato che «non esiste al mondo un test che dà il 100% del responso, noi avevamo messo alla base della gara un risultato che fosse pari al 95%, per chi se lo è aggiudicato è superiore al 95% e confidiamo che sia un test assai importante».