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Tra i magistrati più seri ed esperti del Palazzo di giustizia milanese, Stefano Civardi e Mauro Clerici conoscono l’Ilva dal 2013, quando – mossi dalle indagini della Guardia di Finanza – scoprono operazioni sospette del gruppo Riva-Fire in Lussemburgo
di Angelo Mincuzzi
16 novembre 2019
7′ di lettura
Non li hanno per nulla scelti a caso. Stefano Civardi e Mauro Clerici, i pm che indagheranno sul delicato caso ArcelorMittal, non sono stati scelti affatto a caso dal capo della Procura di Milano, Francesco Greco.
Tra i magistrati più seri ed esperti del Palazzo di giustizia milanese, Civardi e Clerici conoscono l’Ilva dal 2013, quando – mossi dalle indagini della Guardia di Finanza – scoprono operazioni sospette del gruppo Riva-Fire in Lussemburgo, iscrivono nel registro degli indagati i fratelli Emilio e Adriano Riva e chiedono il sequestro di 1,173 miliardi di euro celati in otto trust domiciliati nell’isola di Jersey.
Soldi che secondo quelle prime ricostruzioni dei pm sarebbero stati prelevati anche dall’Ilva, di cui i Riva – allora – erano proprietari.
Civardi e Clerici hanno spesso lavorato in tandem negli ultimi anni. Dei 5,6 miliardi recuperati dalla Procura lombarda grazie al cosiddetto “Modello Milano”, i due pm, sebbene con ruoli diversi, possono intestarsene quasi la metà: i circa 1,3 miliardi riportati in Italia dai trust di Jersey dei Riva e gli 1,25 miliardi incassati quest’anno dal gruppo Kering per una presunta evasione fiscale miliardaria. In tutto 2,5 miliardi di euro. Non proprio dei novellini, dunque.
Milano, il crocevia
Sotto il diretto coordinamento del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, Civardi e Clerici dovranno muoversi con delicatezza in una vicenda strategica per gli interessi dell’Italia. Così come strategica lo è diventata la stessa Procura di Milano negli anni della direzione di Francesco Greco. Almeno dai tempi del Governo Monti, il procuratore è un punto di riferimento nella lotta all’evasione fiscale.
Pur non essendo possibile attribuirgli etichette politiche, a lui, come esperto, hanno guardato in questi ultimi mesi due esponenti di spicco del Governo giallorosso: in primis il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e poi il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.