In attesa dell’avvento delle auto elettriche annunciate per il futuro, Mercedes aggiornerà nel frattempo la sua gamma di motori con alimentazioni tradizionali, benzina e diesel, utilizzati a partire dal 2017. Con alcune novità sostanziali: nei nuovi propulsori verranno installate alcune componenti elettriche con rete a 48 V dedicata, che si tratti di turbocompressori o motori di ausilio.
Il diesel OM 656 (deriva dal OM 654 già presente sulla nuova Classe E) da 3.0 litri sviluppa 313 CV e 650 Nm di coppia e torna all’architettura a sei cilindri in linea, al posto dell’atttuale V6. Questo, oltre ad una migliore equilibratura, porta in dote la liberazione dello spazio sufficiente ad installare il sistema di deburazione dei gas di scarico a valle del turbo. Si può così ottenere un gruppo che comprende il catalizzatore a due vie, l’iniettore per l’additivo AdBlue, il diffusore per miscelarlo ai gas di scarico, il filtro antiparticolato e il catalizzatore SCR per gli NOx. Al seguito di quest’ultimo si trova il circuito EGR a bassa pressione, dotato come quello ad alta pressione di radiatore di raffredamento. Il variatore di fase Camtronic si attiva per una manciata di secondi dopo l’avviamento per creare le condizioni affinché sia accelerato il riscaldamento del sistema di abbattimento delle emissioni. Il basamento è in alluminio mentre i pistoni sono in acciaio.
M 256 è invece la sigla che individua il nuovo sei cilindri in linea a benzina. Sempre da 3.0 litri, eroga 408 CV e ha una coppia superiore ai 500 Nm. Dovrebbe sostituire i V8 sulla prossima generazione della Classe S. In questo caso la novità tecnica più importante è il motore elettrico che sfrutta la rete da 48 V e che funziona anche da generatore in rilascio. Questo ha una potenza di 15 kW e aiuta il motore termico ai bassi regimi. Con l’adozione della rete a 48 V è stato possibile anche dotare l’auto di doppio turbo, uno tradizionale e uno elettrico (che entra in funzione a basso numero di giri) e del compressore elettrico del condizionatore, che così può funzionare anche a motore spento. Il sistema di abbattimento delle emissioni è situato a valle del turbo per massimizzare l’efficienza, il filtro antiparticolato (novità sui benzina, per rispettare le norme Euro 6 C) è posizionato sotto il pianale.
Il nuovo 2.0 litri e quattro cilindri a benzina, nome in codice M 264, segue le orme del fratello a sei cilindri ma adottando un’unità elettrica più semplice. Questa è azionata da una cinghia, come un tradizionale alternatore, ed è in grado di coadiuvare il termico a benzina ai bassi regimi e di recuperare energia nei rallentamenti. Il turbo permette al nuovo due litri di superare la soglia dei 100 kW/l, mentre il rendimento è elevato grazie all’alzata delle valvole di aspirazione che è regolabile su due livelli e alla fasatura variabile, che consente un funzionamento in base al ciclo Miller. Altre peculiarità sono il turbo twin scroll, gli iniettori piezoelettrici e il filtro antiparticolato. Dal momento che questo propulsore dovrebbe rimpiazzare l’attuale V6, è dotato sia di contralberi di equilibratura che di supporti del motore in materiale sintetico.
Il nuovo V8 a benzina risponde alla sigla M 176 ed eroga 476 CV e 700 Nm di coppia e ha la tecnologia “cylinder on demand” che disattiva i cilindri 2, 3, 5 e 8 fino a 3.250 giri, mentre oltre questa soglia in pochi millisecondi viene ristabilito il funzionamento ad otto cilindri. I due turbo sono posizionati all’interno della V dei cilindri, fatto che consente un minor ritardo alla risposta, la ricezione dei gas di scarico più caldi e favorisce il funzionamento dei catalizzatori a tre vie. Il filtro antiparticolato è posto invece al di sotto del pianale.