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Migranti, l’appello delle famiglie di Bologna a Conte: “Pronti ad ospitare i profughi”

Mag 22, 2019

Tornano all’attacco le famiglie accoglienti. E stavolta ci mettono i loro nomi (e cognomi): Fabrizio e Antonella, Marco e Lucia, Stefano ed Elena, Paola, Rita, Elena…Sono in 27, coppie e single, di Bologna, Torino, con Greta di Asolo, in provincia di Treviso: pronti ad ospitare uno dei profughi sbarcati dalla Mare Jonio. Il gruppo bolognese aveva già scritto al premier Giuseppe Conte dando la propria disponibilità. Nessuna risposta. Ora un nuovo appello: “Torniamo sulla nostra offerta di due settimane fa di accogliere, per tutto il tempo necessario, il gruppo di migranti sbarcati dalla Mare Jonio, tra cui due donne incinte, una bambina di un anno e altri quattro minori non accompagnati. Ci offriamo di farlo nel quadro delle procedure di accoglienza vigenti e con la collaborazione delle istituzioni ma senza alcun onere per lo Stato. Confidiamo che la nostra proposta sarà presa in esame e recepita”.

Loro sono il volto dell’Italia che non alza i muri, ma apre le porte. Di casa propria. Dopo aver partecipato a progetti di accoglienza di minori stranieri sbarcati soli in Italia (a Bologna il progetto Vesta) le Famiglie accoglienti si sono costituite in associazione e si sono messe in rete. Per dare voce alla solidarietà contro i respingimenti. Ecco allora la lettera che comincia così: “L’Italia non è quella che ci viene mostrata ogni giorno sugli schermi televisivi. Non è un paese impaurito, rancoroso, ostile verso gli stranieri e i “diversi”. Non è il Paese dei respingimenti in mare, dell’indifferenza verso le sofferenze e le morti di donne e bambini, della chiusura di fronte a culture e religioni diverse”.

La critica è al decreto Sicurezza bis proposto dal ministro Matteo Slvini, contestato dall’Onu: “La paura e la fretta sono sempre cattive consigliere: ci spingono a rinchiuderci in fortini, ad alzare muri e a ignorare i diritti umani. E’ quanto farebbe il cosiddetto Decreto sicurezza bis, il cui fine dichiarato è impedire i salvataggi in mare mentre, come ha scritto ieri Luigi Manconi, “il soccorso in mare costituisce il fondamento stesso del sistema universale dei diritti umani”. Un decreto che, oltre che eterogeneo, contrario alle leggi vigenti e ai trattati internazionali sottoscritti dall’Italia, è palesemente incostituzionale”.

“L’Italia, paese di emigranti fin dal 1861 – continua la lettera – sa quanto sia doloroso lasciare la propria terra e quanto sia importante trovare accoglienza e speranza in paesi lontani. Noi vogliamo creare nuove relazioni con chi fugge dalla propria patria, offrire non soltanto ospitalità ma speranza, come prescritto dal troppo spesso dimenticato articolo 10 della Costituzione: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica”. Di qui l’offerta di accoglienza.

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