“Cassate…”. Lo dice smorzando la ‘z’ nel day after del confronto con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dopo ore di frecciate e contro-risposte tra esponenti e ministri M5s e leghisti dalle adozioni alla Rai, gli avvisi di Giovanni Tria e il rimbrotto di Confindustria. Per il vicepremier Matteo Salvini “come si dice a Oxford sono ‘cassate’… che leggo sui giornali dal primo giorno che abbiamo giurato”.
Nessuna tensione insomma tra il Carroccio e il Movimento Cinque Stelle: “Dicono che siamo litigiosi, fascisti, razzisti… dopo 9 mesi gli italiani hanno toccato con mano: abbiamo fatto tante cose e tante le stiamo preparando”, racconta alla emittente fiorentina Lady Radio mentre l’altro vicepremier Luigi Di Maio e il ministro Lorenzo Fontana sembrano sintonizzati su altre frequenze.
“Penso che il governo debba andare avanti”, è la premessa del vicepremier M5s a Rtl 102.5. Ma, poi interpellato sul retroscena di Repubblica che attribuisce al leghista la frase ‘qui comando io’ nell’incontro con Conte, è netto: “Spero che non sia vera questa frase di Matteo Salvini che vedo su Repubblica: se fosse vera sarebbe grave. Uomini soli al comando che hanno fatto danni ne abbiamo visti tanti, spero che la smentisca”. Un augurio che viene poi ribadito da una nota del M5s che puntualizza: “Se c’è qualcuno che comanda per noi sono gli italiani”.
Molto più concilianti e rassicuranti per la tenuta dell’esecutivo i toni di Salvini: “Al di là delle chiacchiere che posso fare con il presidente Conte davanti a un buon bicchiere di rosso, il governo va avanti, figurarsi se mollo”. Il leader della Lega, che domenica ha avuto un faccia a faccia con il premier in Toscana, ‘vede’ attacchi solo da Confindustria: “Ci desse una mano, facesse delle proposte. Sui giornali ci attacca e poi chiede incontri”, è la risposta piccata al presidente degli industriali Vincenzo Boccia che domenica aveva ‘consigliato’ elezioni anticipate in caso di “divergenze strutturali” nel governo.
“Io parlo tutti i giorni con piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Forse i grandi industriali erano abituati troppo bene dalla sinistra: qualunque cosa chiedevano gli veniva concessa. Ma Italia è fatta dai piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Non solo da grandi banche e imprese”, ha concluso Salvini.
Mentre i vicepremier provano a gettare acqua sul fuoco, il ministro della Famiglia – tra gli obiettivi del Movimento negli scontri giorni – si sfoga con il Corriere della Sera: i pentastellati, dice Fontana, “ci coprono di insulti quotidiani” e “forse non hanno più a cuore lo stare al governo” del Paese. “È evidente che se qualcuno continua a provocare, significa che vuole una reazione“.