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Case vacanze e affitti online: entro l’estate codice anti-furbetti in tutta Italia

Mar 1, 2019

La crociata per combattere gli abusivi che affittano le case vacanze senza pagare le tasse muove un nuovo passo. Il Governo tra le 10 deleghe appena approvate ne ha inserita anche una sul turismo che tra le norme da scrivere (entro due anni) con appositi decreti ne prevede anche una che dovr introdurre un codice identificativo per ogni struttura, compresi gli appartamenti affittati on line nelle piattaforme come Airbnb che oggi conta 400mila annunci solo in Italia. Una novit, gi sperimentata in alcune Regioni (le ultime Toscana e Lombardia) che il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio vuole far partire entro l’estate.

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Questo disegno di legge delega ci permetter di procedere pi velocemente possibile alla realizzazione di questo fondamentale strumento che consentir di migliorare l’offerta turistica del nostro Paese, avverte il ministro del Turismo Centinaio. Che aggiunge: Il nostro obiettivo arrivare alla sua approvazione entro l’estate. Tutto il mondo del turismo ce lo chiede. Il 14 marzo – spiega ancora Centinaio – in Conferenza Stato Regioni il codice identificativo sar al centro del dibattito con tutte le regioni. E si perch la competenza prioritaria sul tema delle Regioni che comunque non sono rimaste tutte a guardare: le ultime a legiferare sono state la Toscana e la Lombardia dove l’obbligo di avere il codice Cir scatto lo scorso 1 novembre. Per la prima l’obbligo di avere un codice per ogni locatore appena scattato (dal 1 marzo): chi concede in affitto uno o pi alloggi con finalit turistiche deve effettuare la comunicazione, entro trenta giorni dalla stipula del primo contratto di locazione. Questo strumento servir – avverte l’assessore toscano al turismo Stefano Ciuoffo – a evitare eventuali elusioni o evasioni fiscali ad esempio sulla tassa di soggiorno.

Ma come funziona oggi a livello nazionale? Le norme approvate dal precedente Governo Gentiloni prevedono che gli affitti brevi (di durata non superiore ai 30 giorni) scontino la cedolare del 21%, che viene trattenute e versata al fisco subito in caso il pagamento sia gestito da “intermediari immobiliari” (agenzie e portali). Ma Airbnb che la piattaforma pi utilizzata si chiamata fuori da questo adempimento rifiutandosi di diventare un sostituto d’imposta e facendo ricorso al Tar. Dopo una lunga battagliail Tar del Lazio ha da poco respinto le richieste di Airbnb che ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato. Ma nel frattempo questo rifiuto di Airbnb – secondo Federalberghi – si rilevato un danno per le casse dello Stato: Si pu stimare che nei primi diciotto mesi di (mancata) applicazione dell’imposta Airbnb abbia omesso il versamento di pi di 250 milioni di euro. Ora il ministro Centinaio prover a mettere d’accordo tutte le Regioni per estendere il codice identificativo e rendere tracciabile ogni locazione anche per il Fisco. Gi dalla prossima estate se riuscir a a far approvare le nuove norme rapidamente.

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