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Reddito di cittadinanza, i Caf si accordano con l’Inps: “Accoglieremo le domande”

Mar 1, 2019

MILANO – Si sblocca uno degli ostacoli principali a pochi giorni dal via alle domande per il Reddito di cittadinanza. L’Inps e la Consulta dei Caf – spiega quest’ultima con una nota – hanno raggiunto un’intesa “sul rinnovo della convenzione Isee e sulla nuova convenzione del Reddito di cittadinanza. Il verbale verrà sottoposto all’approvazione dell’assemblea della Consulta dei Caf il prossimo 4 marzo. “La delegazione – si spiega – ha giudicato positivamente il punto di incontro raggiunto che permetterà l’avvio dell’assistenza alle famiglie sulle richieste di Reddito e pensione di cittadinanza e la continuità del servizio Isee.

Grazie a questa intesa si attiva così uno dei canali possibili per la presentazione delle domande per il sussidio. Le richieste potranno essere inoltrate anche online e alle Poste a partire da mercoledì 6 marzo.

I Caf forniranno il servizio di raccolta delle domande per il Reddito da inviare all’Inps gratuitamente. Avranno dall’Inps per ogni pratica che si apre – secondo quanto si apprende 10 euro esclusa l’Iva (12,2 Iva compresa) mentre avranno cinque euro Iva compresa per ogni integrazione alla domanda presentata.

L’ipotesi di intesa è stata firmata dalla tecnostruttura (per il Commissario designato, Tridico , manca ancora l’approvazione definitiva del decreto di nomina) mentre le convenzioni che saranno messe a punto sulla base dell’accordo saranno firmate successivamente dal presidente.

Intanto sul sito Inps è stato pubblicato il modello di domanda che potrà essere compilato direttamente online con il sistema di identità digitale Spid, senza l’aiuto dei Caf, sul sito del Reddito di cittadinanza (o stampato e presentato anche agli uffici postali). La domanda di reddito è su cinque pagine e chiarisce che i requisiti di accesso devono essere mantenuti per tutto il periodo di durata del beneficio, gli obblighi del beneficiario e le sanzioni alle quali va incontro nel caso di attestazioni non veritiere. Il nodo principale per l’Istituto è quello dei controlli soprattutto sul patrimonio mobiliare delle famiglie che richiedono il Reddito, ma la questione verifiche sui requisiti è più ampia con il rischio che il beneficio venga chiesto anche da chi lavora in nero (i controlli spettano all’Ispettorato nazionale del lavoro).

Resta completamente aperta invece la questione dell’inserimento al lavoro dei beneficiari del reddito. Tutti i componenti della famiglia, infatti, devono dare la loro dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro ad eccezione dei pensionati, dei minorenni, delle persone già occupate o impegnate in percorsi di formazione e dei soggetti con disabilità. Al momento manca ancora il parere delle regioni sulla questione navigator e appare in alto mare il reclutamento delle persone che secondo il Governo dovrebbero guidare i beneficiari del reddito verso l’inserimento al lavoro. Il vero paletto soglia per ottenere il reddito comunque sarà il reddito familiare che deve essere inferiore a una soglia annua di 6.000 euro moltiplicato per il relativo parametro della scala di equivalenza (2,1 quindi per una famiglia numerosa fino al massimo a 1.050 euro al mese di reddito familiare per ottenere l’integrazione). Questa cifra è incrementata se si vive in affitto.

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