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Reddito di cittadinanza, Boeri riduce la platea dei beneficiari: “Saranno 2,4 milioni”

Feb 4, 2019

MILANO – La platea dei possibili beneficiari del reddito di cittadinanza potrebbe essere molto inferiore alle stime iniziali del governo. È quanto emerge dai numeri comunicati oggi in audizione dal presidente dell’Inps Tito Boeri. Secondo i calcoli dell’istituto la misura coinvolgerebbe “una platea di 1,2 milioni di nuclei per 2,4 milioni di persone”. Numeri, per quanto riguarda i singoli, sensibilmente inferori i 5 milioni di cui ha parlato spesso Luigi Di Maio. Ancora oggi il ministro, presentado la prima card, ha spiegato che le carte “verranno utilizzate da circa 5 milioni di italiani”. I numeri sui nuclei sono invece in linea con quanto descritto nella dichiarazione tecnica per quanto riguarda i nuclei (1,24 milioni).

Molte comunque le criticità messe in evidenza dell’economista, in quella che probabilmente sarà la sua ultima audizione in Parlamento come presidente dell’Inps.

Boeri si è soffermato a lungo sul Reddito di cittadinanza spiegando che secondo le simulazioni condotte dall’istituto il 55% dei percettori del sussidio è costituito da single, cui sono destinati, in proporzione, gli importi più alti. A causa della limitatezza delle risorse ad essere penalizzate sono state soprattutto le famiglie numerose, dove invece si concentrano i livelli più altri di povertà. In generale, ha rimarcato, il nuovo sussidio punta forte sui single a differenza dei del Rei, per cui solo un quarto dei beneficiari era costituito da singoli.

Secondo il presidente Inps il costo complessivo della misura ammonterebbe a 8,5 miliardi di euro annuo, a fronte dell’ 8,055 previsto a regime dal 2020 dalla relazione tecnica. Inoltre, ha aggiunto l’economista, ci sarebbe anche “un 8% di percettori Rei che non prenderebbe il Reddito di cittadinanza”, fatta salva una norma transitoria che consente a chi percepisce il Rei ma non avrebbe diritto con i nuovo requisiti, di incassare il Reddito di cittadinanza.

Quota 100, rischio aumento debito implicito fino a 90 miliardi

A proposito di quota 100, Boeri ha invece messo in guardia sui possibili rischi futuri della misura. Il costo – ha detto Boeri – “graverà comunque sulle generazioni future”. Il presidente Inps ha spiegato che se la misura resterà sperimentale per tre anni (e fino al 2026 per la pensione anticipata) aumenterà il debito implicito di 38 miliardi. Se queste misure diventassero strutturali l’aumento del debito implicito lieviterebbe a oltre 90 miliardi.

Boeri, su riscatto laurea agevolato rischio incostituzionalità

Boeri ha espresso parecchie riserve anche sul riscatto agevolato dei contributi. “La scelta di circoscrivere la platea a chi ha meno di 45 anni potrebbe porre problemi di costituzionalità”, ha detto. “Si violerebbe il principio della parità di trattamento, meglio allora delimitare l’applicazione del riscatto agevolato ai contributivi puri (le persone che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995), senza imporre limiti di età”, ha aggiunto.

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