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Scatti tante foto su Instagram? Sei più felice

Giu 15, 2016

A VERONA la cantante Adele, durante un concerto, ha rimproverato una sua fan colpevole di farle un video, anziché “godersi il momento”. Senza sapere di avere torto, perché probabilmente era proprio quello che la ragazza stava facendo. Secondo un nuovo studio, pubblicato dal Journal of Personality and Social Psychology, infatti, scattare foto (o girare video) contribuisce a vivere di più e meglio l’esperienza del momento che si sta immortalando. Per tutta risposta a chi, tra i meno appassionati dei social network, solleva dubbi sulla ‘mania Instagram’.

Gli studiosi della University of Southern California (USC) Marshall School of Business hanno condotto nove esperimenti su duemila partecipanti, sia in laboratorio sia sul campo, per testare il livello di godimento delle persone quando potevano o non potevano scattare foto. Così, prima hanno portato i partecipanti al Reading Terminal Market di Philadelphia, poi a un safari simulato, in tour in autobus e infine in un museo. In ogni esperimento, una parte dei partecipanti è stata incoraggiata a usare telecamere e fotocamere, mentre agli altri, un gruppo di controllo, è stato chiesto di non farlo.

I ricercatori hanno scoperto che chi ha scattato foto ha vissuto un’esperienza più piacevole e molto più felice di chi non ne aveva avuto possibilità. In particolare, nell’esperimento dell’autobus, chi ha potuto fermare i ricordi con una foto ha poi dichiarato di aver apprezzato il momento in misura maggiore rispetto al gruppo di controllo che poteva solo osservare i luoghi. Al museo, i possessori di macchina fotografica hanno dimostrato più attenzione agli oggetti esposti, rispetto a chi non ha potuto scattare (osservazioni rese possibili dagli occhiali “eye-tracker” forniti ai partecipanti). Chi ha avuto modo di scattare foto mentre mangiava al mercato ha mostrato di avere apprezzato di più il pasto rispetto a coloro che non hanno immortalato. E, infine, chi non ha scattato foto durante il safari, è risultato più depresso nel guardare il leone mangiare il bufalo, rispetto a chi ha catturato la scena.

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Può sembrare un paradosso essere più felici mettendo un obbiettivo tra sé e il mondo, ma i risultati non lasciano dubbi: secondo questo studio, nel momento in cui ci dedichiamo a scattare un’istantanea siamo effettivamente concentrati su quell’attività, con l’idea di catturare il momento e di ricordare e condividere quell’esperienza positiva. Ed è proprio questo impegno a migliorare la qualità dell’esperienza. Ciò accade anche quando pensiamo di immortalare un momento: la sola idea, anche quando ci è proibito darle seguito, ci rende già felici.

Detta così, sembra che lo studio invogli gli appassionati di Instagram alla pubblicazione incontrollata. Che è un po’ quello che fanno oggi gli adolescenti, per i quali postare foto è diventato praticamente un lavoro. In un articolo, il Washington Post ha spiegato che i ragazzi curano i loro profili come fossero un’estensione della propria identità, oltre che un mezzo di condivisione, e che padroneggiano il social come dei veri professionisti: se la foto non funziona, non ottiene sufficienti ‘like’, la cancellano e provano con un’altra. Conoscono gli orari migliori per postare e calibrano i loro post in base a questo, non tenendo conto di ciò che piace loro, ma tenendo conto di ciò che piace ai loro follower. Niente felicità, insomma, e l’errore sta proprio qui: mentre l’atto di scattare foto amlifica un’esperienza, il momento in cui le postiamo ci distoglie da ciò che accade. Perciò, sembra che la cosa migliore da fare per essere più felici sia scattare foto a volontà durante l’attività di cui si sta godendo per viverla appieno. Per poi, magari, selezionare le migliori e postarle una volta tornati a casa.

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