Tra Frosinone e Roma vi è la Valle del Sacco, compresa tra i Monti Ernici ed i Monti Lepini, attraversata dal fiume Sacco. Siamo in Ciociaria, territorio in cui viene coltivato il vitigno Cesanese, comune e di Affile. E’ un vitigno a bacca scura, coltivato da sempre nei dintorni di Roma. Le origini, non certe, sono molto antiche, probabilmente riconducibili al gruppo delle alveole citate da Plinio e presenti al tempo nell’area di Ariccia. Possiamo dire che il Cesanese è il vino rosso laziale per eccellenza, anche se ha vissuto, ed in parte vive tutt’ora, momenti non semplici. Molto amato dai romani, era poco conosciuto al di fuori del Lazio, veniva consumato soprattutto nella versione dolce, mentre la versione secca, importante e di grande potenzialità, era sconosciuta ai più.
Il vitigno Cesanese oggi è protagonista di tre diverse denominazioni: il Cesanese del Piglio DOCG, il Cesanese di Olevano Romano DOC e il Cesanese di Affile DOC.
Da diversi anni un gruppo di produttori, amanti del territorio e della sua tradizione vitivinicola millenaria, ha intrapreso un percorso dedito alla qualità ed alla valorizzazione del Cesanese, raccogliendone i frutti, spesso più all’estero che in Italia. Per questo voglio presentarvi due di questi ambasciatori del Cesanese: Coletti Conti e Migrante.
Coletti Conti – Anagni (FR)
Anton Maria Coletti Conti è il proprietario di questa cantina tutto sommato recente: la prima bottiglia è del 2003. I suoi antenati appartengono a quel casato Conti che ha dato ben quattro Pontefici alla storia della Chiesa: Innocenzo III (1198-1216), precettore di Federico II di Svevia, Gregorio IX (1227-1241), Alessandro IV (1254-1261), che nel 1255 canonizzò ad Anagni Santa Chiara d’Assisi, ed Innocenzo XIII (1721-1724). Bonifacio VIII (1298-1303), istitutore del primo Giubileo nel 1300, apparteneva alla famiglia Caetani, ma era figlio di Emilia Conti: con lui sono 5 i Pontefici appartenenti o parenti della famiglia Conti.
L’azienda agricola vanta 200 ettari di terreno, ed il podere “La Caetanella”, da secoli appartenente alla famiglia, ne è il cuore. Anton Maria, classe 1959, si è dedicato alla vitivinicoltura quasi per caso: nel 1992, mentre stava studiando per il concorso notarile, una grave malattia di suo padre lo costrinse a dedicarsi alla conduzione dell’azienda agricola di famiglia. A quei tempi le uve, provenienti dai 16 ettari di vigneto siti sulla proprietà, venivano quasi interamente conferite. Anton Maria scopre che l’agricoltura è la sua vera vocazione e, grazie anche alla spinta dell’amico Andrea Franchetti, noto vigneron, decide di costruire una piccola cantina e, come già scritto, nel 2003 esce con la sua prima bottiglia. I vigneti e la cantina assorbono totalmente Anton Maria, enologo autodidatta, che decide di affittare la proprietà, concentrandosi solo sulla parte vitivinicola: l’impegno è gravoso, perchè segue personalmente tutte le fasi del lavoro, dai vigneti all’imbottigliamento.
La produzione attuale è di 45.000 bottiglie, ripartite su 5 etichette, 3 rossi e 2 bianchi. Il vitigno principale è ovviamente il Cesanese, affiancato da alcuni internazionali come Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot. Tra i bianchi, oltre ad alcuni autoctoni del territorio, trova ampio spazio il Manzoni Bianco. E’ forse il clone più famoso tra quelli ideati dal prof. Luigi Manzoni, preside della Scuola Enologica di Conegliano durante una serie di esperimenti condotti negli Anni 30 sul miglioramento genetico della vite mediante incrocio ed ibridazione: la motivazione per questo interesse di Anton Maria è decisamente affettiva: il suo nonno materno, Pietro Vanzella, di Conegliano, era uno degli allievi proprio del prof. Manzoni !
Grande amante dei Pink Floyd, negli anni senza saperlo siamo stati agli stessi concerti, ha voluto farmi assaggiare il suo Romanico, Cesanese del Piglio, di una vecchia annata per scoprirne le potenzialità d’invecchiamento.
Romanico Cesanese del Piglio Superiore DOCG 2008
E’ ottenuto da uve Cesanese di Affile in purezza.
La produzione è di 5.000 bottiglie, con un tenore alcolico del 15,5 %
Vendemmia manuale al raggiungimento della maturità fenolica, in cui è massima la concentrazione zuccherina, tanto che nessuna annata scende sotto il 15 % di gradazione. La vinificazione in acciaio utilizza lieviti selezionati. Affinamento per 15/18 mesi in barrique nuove, a cui seguono pochi mesi in bottiglia prima della messa in commercio.
Nonostante abbia ormai 8 anni, il colore non è ancora completamente granato, ma ha ancora tonalità rubino. Profumi di grande intensità, di confettura di frutta scura, ma anche note floreali, forse di viola, per non parlare della liquirizia e del tabacco dolce. Piace la striatura balsamica. Coerente in bocca, morbido, caldo ed avvolgente, quasi vibrante, di grande persistenza, con una nota finale lievemente amarognola.
Prezzo in enoteca: 22-24 €
Migrante Lorenzo – Olevano Romano (RM)
Lorenzo è quello che si dice un uomo di cuore e passione, anche se lo possiamo definire quasi un vigneron “per sbaglio”. La storia merita di essere raccontata: camionista di professione, eredita con la moglie poco meno di 2 ettari di vigneto alla morte del suocero. Non essendo un contadino, decide di espiantare i vigneti per utilizzare i terreni in modo diverso. Dopo 2 anni si rende però conto che forse suo suocero aveva ragione….e reimpianta i vigneti. Dal 2000 inizia a lavorare la vigna, come secondo lavoro, e si appassiona tantissimo abbracciando subito l’idea di fare un vino, a base Cesanese, di grande qualità. Decide quindi di costruirsi la sua piccola cantina e già nel 2003 presenta la prima etichetta. Continua con il doppio lavoro e per la vendita si affida ad agenti, ma le cose non vanno benissimo: sono parecchie le bottiglie che restano in cantina. Nel 2007 avviene la svolta: abbandona il suo lavoro di camionista e i suoi giri in furgoncino sono per andare a proporre il suo Cesanese. Le cose cambiano radicalmente, un po’ perchè riesce a tramettere la sua passione ai possibili acquirenti, ma soprattutto perchè, come dice lui, “non tutto il male vien per nuocere”: quelle bottiglie di Cesanese rimaste per 2-3 anni invendute sono ottime, dimostrando che questo vino dà il suo meglio se lasciato ad affinare e riposare per un po’ di tempo. E questa è diventata per lui una regola. L’azienda è molto piccola, solo 2 ettari di vigneti, su terreni argillosi ed in parte calcarei, che godono di un clima dalle favorevoli escursioni termiche. La produzione è di 16.000 bottiglie divise su 4 etichette.
Anche la moglie Luciana dà una mano, sia in vigna che in ufficio, mentre per quanto riguarda i figli Lorenzo non si sbilancia, forse Michele, attualmente studente universitario, potrebbe rappresentare il futuro dell’azienda.
Consilium Cesanese di Olevano Romano DOC 2011
Cesanese al 100 %, la produzione è di 6.000 bottiglie con tenore alcolico del 14,5 %. La vendemmia è al culmine della maturazione: Lorenzo mi spiega che il vinacciolo deve essere marrone e, masticato, deve essere insapore. Quello è il momento di vendemmiare: solitamente siamo a fine ottobre. La vinificazione è in acciaio, cosi come l’affinamento, che dura 24 mesi, a cui seguono 12 mesi in bottiglia.
Nel bicchiere è di colore granato, dagli intensi sentori di rosa e frutta rossa, subito seguito da note speziate, pepe, tabacco e tamarindo soprattutto. In bocca è morbido, equilibrato nei tannini, con una nota appena aspra che gli dà nerbo e vivacità. Buona la persistenza.
Prezzo in enoteca: 11-15 €