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Del Piero: La mia Juve, Boniperti, l’Avvocato…e il Napoli

Nov 2, 2017

giovedì 2 novembre 2017 09:51

ROMA «La mia prima notte a Torino era ad occhi aperti, a prescindere dal fatto che ero tifoso della Juventus. Per me era un momento di euforia totale, ho dormito pochissimo. Poi cominci a prendere coscienza che sei in una realtà così, ma la vicinanza di compagni di un livello altissimo… il primo impatto è stato molto difficile per me ma proprio quei compagni mi hanno aiutato». Inizia così il racconto di Alex Del Piero dei suoi indimenticabili anni alla Juventus, intervistato da Sky, durante la trasmissione L’Originale. «Ho trovato un ambiente, inteso come compagni, squadra e società, davvero ottimo. Il primo contratto firmato con Boniperti? Quando ero stato invitato da lui a vedere la Juventus ad Udine mi disse ‘Tagliati i capelli’. Io già li avevo tagliati… Poi con il mio procuratore avevamo fatto uno schema su cosa dire quando lo avremmo incontrato ma entrando nell’ufficio di Boniperti fu lui a parlare per 5 minuti, di tutt’altro. Poi fece: ‘Questo è il contratto, firma’. Ci siamo presi 5 minuti fuori per confrontarci e abbiamo detto ‘Mi sembra un’offerta buona…’. La prima volta che ho incontrato l’Avvocato? A Villar Perosa in ritiro con la squadra, era un momento molto infelice. Lui si presentò durante l’allenamento con un fogliettino rosa, era un pezzo della Gazzetta, e disse: ‘Secondo me siete meglio di quello che c’è scritto qua’. E poi se ne andò. Chiacchierò con alcuni di noi, non con me. Ma il giorno dopo, quando in partita feci 3 gol, chiamò anche me».

IL RAPPORTO CON IL NAPOLI «Il Napoli è migliore rispetto a quello dell’anno scorso. E’ giusto che si guardi il bicchiere mezzo pieno dopo la partita di stasera, perché io vedo che il processo di crescita del Napoli è continuo. Per gli avversari il San Paolo è molto difficile, la pressione la senti ogni volta che tocchi palla. a E’ una struttura però che ad oggi dovrebbe essere migliorata e cambiata. Questo darebbe un impatto superiore. Non è solo avere la gente vicino che ti dà una carica fuori dal normale, è il senso di appartenenza nei confronti di quello che rappresenti. Nel mio secondo anno alla Juve ero molto lì, perché facevo il militare. L’ho vissuta, ho persone vicine. Ho fatto la Serie B insieme al Napoli con la Juventus. E’ molto lontano da come sono io, ma ne sono attratto per come è vissuto in maniera passionale il calcio. E’ sempre stato bello, intrigante e un po’ da spavento entrare al San Paolo. In più, ho giocato con il Napoli l’ultima partita con la Juventus».

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