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WRC17. Andreas Mikkelsen. “La vera storia”

Ott 31, 2017
WRC17. Andreas Mikkelsen. “La vera storia”

Deeside, Galles del Nord,29 Ottobre 2017. Due settimi posti assoluti, ma primo di classe WRC2, a Monte-Carlo e Corsica, con la Skida Fabia R5. Poi i tre Rally di Italia, Polonia e Germania con Citroen, secondo assoluto all’ADAC. Quindi Spagna e Gran Bretagna, dove ha chiuso al 4° posto, con Hyundai. Dalla fine di Settembre, tuttavia, la Storia ha un seguito garantito e di grandi portata e prospettive. Andreas Mikkelsen, ecco di chi stiamo parlando, correrà, infatti, anche il Rally Australia, ma ha già in tasca un contratto che lo lega a Hyundai per le stagioni 2008 e 2019. Terzo nei Mondiali 2013, 2014 e 2015, quest’anno il 28enne di Oslo, che ha vinto Spagna 2015, e Polonia e Australia 2016, corre per un posto nella top ten che sarebbe già un bel traguardo visto che ha partecipato a poco più di metà dei Rally della stagione. Il secondo posto in Germania, e ancor di più il quarto ottenuto nel delicatissimo Gran Bretagna, tuttavia, sono lì a dimostrare che il talento e l’affidabilità di Mikkelsen sono i buoni motivi per cui Michel Nandan, il “Boss” Hyundai che ha sempre lasciato aperta al norvegese la… portiera di una i20, ha finalmente spinto sull’acceleratore e messo il pilota all’angolo con la sua proposta “indecente”. Naturalmente viene da chiedersi come mai Mikkelsen ci abbia messo così tanto ad ottenere un volante ufficiale, e come mai, in una stagione frequentata solo saltuariamente, abbia potuto sedersi nei “cockpit” di ben 3 Macchine. Niente di più facile, per avere le risposte, che chiedere al diretto interessato.

È corretto dire che hai aspettato a lungo di poter salire su una Volkswagen anche quest’anno?

Andreas MIkkelsen. “All’inizio di sicuro. La Macchina era pronta, e avevamo già svolto molti test. Sfortunatamente la nuova Polo non sarebbe mai arrivata sulle piste dei Rally. Per questo avevamo cercato di capire se c’era la possibilità di affittarle, di trovare una forma accettabile per salirci sopra anche quest’anno. La mia convinzione era che avrei potuto prendere il volante ed essere subito competitivo. Con una qualsiasi altra Macchina, per esempio una Ford, è logico che avrei dovuto sottoporre il mio programma a una serie di test ex novo, per adattarmi alla Macchina e per adattare la Macchina alle mie caratteristiche di guida. Con la Polo non avrei avuto bisogno di tutto quel tempo per trovare il feeling, avrei iniziato subito, già “caldo” e, ero certo, competitivo.

Poi Citroen. Una bella sorpresa, inaspettata. L’avventura di 3 Rally. Ma la domanda è, se si può: chi ha infine chiuso la porta, tu o loro?

AM. “Certo che si può. Va benissimo. Io credo che avremmo potuto continuare. In verità l’accordo era impostato sin dall’inizio su tre Rally, e molto chiaramente con l’obiettivo principale di migliorare la C3 WRC. Ancora una volta l’esperienza accumulata con Volkswagen poteva tornare utile allo sviluppo della nuova Citroen WRC. Penso che insieme abbiamo fatto dei bei progressi. Penso che entrambi abbiamo fatto dei bei passi avanti e che eravamo entrambi interessati a continuare. No, nessuno ha chiuso la porta. Era rimasta aperta…”

E allora, cosa è successo?

AM. “Hyundai mi ha fatto la bella proposta. Un accordo di due anni più le restanti gare del Campionato di quest’anno. Chiaramente una proposta che aveva effetto e… scadenza immediati e che, quindi, per sua natura mi imponeva di prendere una decisione rapida. Citroen a sua volta voleva farmi un’offerta, ma non era nelle condizioni di elaborarla nel poco tempo che restava a disposizione, ed è così che ho firmato con Hyundai. Sì, Citroen avrebbe voluto propormi un accordo, ma non era più in grado di farlo nella stretta finestra di tempo che si era venuta a creare.”

Magari aveva in mente un altro “acquisto”, quello di Ogier?

AM. “Non saprei. Sicuramente Ogier sarebbe importante per loro. È francese, è cinque volte Campione del Mondo, e d’altra parte non so quanti Piloti Citroen possa avere sotto contratto. Ma, bene, in ogni caso quello che dicevano è che a loro sarebbe piaciuto continuare con me, e di questo avevano parlato con la Direzione. Certamente hanno una geografia di contratti che non potevano razionalizzare nel poco tempo, una settimana circa, nella quale io dovevo dare una risposta a Hyundai.”

E finalmente Hyundai. Cos’hai trovato nel nuovo ambiente?

AM. “Conoscevo già un po’ di gente qui, ma quello che ho trovato è un Team che ora ha una bella e importante esperienza. Quando consideri la i20 di quest’anno hai la precisa percezione di una Macchina vincente su qualsiasi tipo condizione e di superficie, e dunque è chiaro che si ti capita di poter scegliere, scegli questo Team. Se poi aggiungiamo che da un po’ ho il desiderio di poter guidare una Macchina competitiva che mi dia la possibilità di puntare al Titolo, ecco, tutto è più chiaro. Sono sicuro che possiamo farlo con questo “Package”. Ecco un altro motivo per cui sono felice!”

Io penso che abbiamo una bella Squadra, che io e Thierry possiamo coltivare la nostra amicizia e costruire qualcosa di importante, insieme e per entrambi

Quali sono le principali qualità della i20? E gli eventuali limiti?

AM. “La principale qualità, come ho detto, è l’equilibrio e la duttilità del “pacchetto”. Ok, la i20 Coupé è ancora un po’ più forte sulla terra che sull’asfalto (e anche qui bisogna vedere che tipo di asfalto), ma sono convinto che può essere ugualmente efficace anche su questo tipo di suolo, è solo una questione di regolazioni e di tempo. È una Macchina vincente. Neuville ha commesso due errori all’inizio della stagione. Sono 50 punti, con i quali è chiaro che oggi Hyundai sarebbe qui con almeno buonissime chance di vincere il Mondiale. Ne ha avute fino alla fine, comunque, e questo non toglie che stiamo parlando di una Macchina vincente!”

Pensi di doverti scontrare un giorno, proprio con Neuville?

AM. “Se si pensa che tutti i Piloti corrono con il sogno di diventare Campioni del Mondo, è chiaro che il confronto è possibile. Allo stesso tempo, tuttavia, ogni Pilota corre per un Team e deve sapere che anche il Titolo Costruttori ha un’enorme importanza. Altrimenti non saremmo qui, né io né tutti gli altri. Dunque per me è possibile “conciliare” entrambi gli obiettivi senza arrivare allo “scontro”, perché richiedono costanza, bisogna soprattutto essere “consistent” su tutto l’arco della stagione, e dunque molto equilibrati. Io penso che abbiamo una bella Squadra, che io e Thierry possiamo coltivare la nostra amicizia e costruire qualcosa di importante, insieme e per entrambi. Ne abbiamo già parlato, di come sviluppare la Macchina, delle strategie della Squadra. Può funzionare molto, molto bene. Ok, per il momento non siamo in lotta per un Titolo, magari al Monte-Carlo sarà già un pochino diverso, ma questo è già un ottimo presupposto e produce un ottimo effetto d’insieme.

Foto: Manrico Martella

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