Perché il termometro si mette sotto le ascelle? Che cos’è una pestilenza? Possiamo diventare immortali? Sono solo alcune delle domande, ovviamente poste in maniera giocosa, a cui si trova risposta in “Perché si dice trentatré?“, un nuovo libro edito da Editoriale Scienza indirizzato ai bambini dai 9 anni in su per far capire loro l’importanza di alcune cure e medicine.
La formula è di quelle consolidate, capaci di attirare l’attenzione anche dei lettori più piccoli, perché consiste nell’intervista a un esperto (Andrea Grignolio) da parte dell’autore e giornalista Federico Taddia. Domande che riguardano strumenti di cura presenti in tutte le case, come l’aerosol, malattie comuni come il raffreddore e l’influenza, e altre fortunatamente meno diffuse come i tumori. Una panoramica a 360 gradi che abbraccia nella maniera più ampia la medicina e le cure.
Le domande brevi e semplici attirano l’attenzione dei bambini, le risposte competenti, comprensibili ma non banali soddisfano la curiosità dei bambini e intanto fanno passare concetti importanti e istruttivi. Tutto alleggerito e arricchito dalle illustrazioni di AntonGionata Ferrari, che sono al tempo stesso rappresentative e spiritose.
L’altro motivo per il quale apprezzare questo libro è che non c’è un ordine di lettura prestabilito: ciascun capitoletto è a sé stante, quindi si può aprire il libro a caso e leggere, oppure cercare un argomento contingente alla situazione di salute del bambino.
Per esempio quando mi è arrivato il libro mia figlia aveva la febbre e stava prendendo il suo primo antibiotico: ho sfruttato l’occasione per presentarle questo volume e leggerle i capitoli sul termometro, sull’antibiotico e sulle malattie contagiose. Il risultato è che ha capito perché le somministravo una medicina con un saporaccio invece che “quella buona” al sapore di fragola che ha sempre assunto e tante altre cose. Si è divertita nonostante il malore e – come scontato con una bambina di sei anni – ha passato del gran tempo a guardare le illustrazioni e a fare domande.
L’obiettivo è proprio questo. Nella trattazione non poteva mancare poi il capitolo sui vaccini, un argomento di forte attualità su cui il Ministero della Salute sta mettendo fortemente l’accento, e su cui Grignolio è particolarmente informato (e formato), dato che è research fellow del programma di ricerca Le Studium Biomedicaments sulla storia della vaccinazione presso l’Université François Rabelais di Tours, in Francia. Ed è un capitolo che torna utile perché i lettori sono nell’età in cui scadono molti richiami dei vaccini, quindi finiranno per dover fare i conti con il pizzicotto dell’ago. Ovviamente non parliamo di una trattazione di alto contenuto tecnico, ma di poche e semplici domande a cui la disinformazione sta dando risposte errate: “perché vaccinare visto che le malattie infettive non ci sono più? Perché iniettare nei bambini sani un agente infettivo potenzialmente dannoso”.
Non manca poi la parte più divertente e curiosa anche per gli adulti: le risposte ai perché sui modi di dire. Perché una mela al giorno leva il medico di torno, perché si dice trentatré.
La varietà non manca certo e non è un caso che la collana a cui appartiene questo libro – Teste toste – abbia vinto il Premio Andersen come miglior collana di divulgazione: insegnare ai piccoli poche e semplici cose, ma in maniera corretta, è l’obiettivo a cui dovrebbero puntare tutti i libri di divulgazione.
Perché si dice trentatré? | ||
Perché le stelle non ci cadono in testa? |