• 19 Marzo 2025 2:15

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Cio, dopo Bach cambia la musica

Mar 18, 2025

AGI – L’elezione del nuovo presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), attesa per giovedì dalla riunione dell’esecutivo a Costa Navarino, in Grecia, non è mai stata così incerta: sette i candidati per guidare lo sport mondiale, un record in 130 anni. La scelta ha tanti risvolti politici con Los Angeles 2028 all’orizzonte e questioni come l’inclusione dei transgender, il doping, l’intelligenza artificiale, i conflitti politici che da tempo saturano le agende.

I 109 membri del Cio sono chiamati a scegliere, a scrutinio segreto, il nuovo numero uno del Cio che stavolta potrebbe essere la prima presidente donna dell’organizzazione fondata il 23 giugno 1894 da Pierre de Coubertin per far rinascere i Giochi olimpici. A due passi da Olimpia, sulla costa greca rivolta verso l’Italia – il Paese delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi, quelle di Milano Cortina 2026 – la 144ma sessione giovedì pomeriggio eleggerà il successore di Thomas Bach.

Tre gli italiani che voteranno, Ivo Ferriani, Giovanni Malagò e Federica Pellegrini. Il 71enne Bach, tedesco, avvocato di formazione, campione olimpico nella scherma a squadre a Montreal ’76, dopo quasi 12 anni lascia l’incarico da cui scade il 23 giugno. Il nuovo Comitato Olimpico Internazionale si confronterà con un punto di svolta storico, in cui ogni decisione porterà con sè il peso di un’eredità.

– LE PROSSIME SFIDE DEL CIO: Tra le sfide più importanti c’è la spinosa questione della partecipazione degli atleti transgender alle competizioni assolute. Al momento il Cio ne consente l’inclusione ma l’assenza di una regola universale ha provocato una cascata di reazioni, in particolare negli Stati Uniti, dove la questione tocca il nocciolo dei valori sociali, poiché l’amministrazione di Donald Trump ha introdotto politiche restrittive sulla questione. In vista dei Giochi di Los Angeles 2028 il nuovo presidente deve essere preparato a dialogare con Trump.

QUESTIONE RUSSIA: Il prossimo presidente del Cio dovrà destreggiarsi nella delicata questione del ritorno della Russia sia sul palcoscenico sportivo internazionale che sulla scena olimpica. Inno, bandiera e acronimo ‘Rus’ alle Olimpiadi non ci sono da ben nove anni, vuoi per doping, vuoi per la violazione della Carta olimpica a seguito dell’intervento militare di Mosca in Ucraina. L’ultima volta della Russia risale ai Giochi estivi in Brasile nel 2016, poi solo sigle quasi anonime (ma sempre vincenti) da ‘Olympic Athletes from Russia’ ad ‘Individual Neutral Athletes’ passando per ‘Russian Olympic Committee’. Se alla Russia sarà consentito di tornare in tempo per Milano Cortina 2026 sarà probabilmente una delle questioni determinanti della nuova presidenza quando entrerà in carica a giugno.

IA ED ESPORTS GAMES In un mondo sempre più interconnesso, il Cio non può permettersi di ignorare la rivoluzione digitale. I Giochi non sono più solo uno spettacolo sportivo, sono un fenomeno mediatico globale che deve evolversi per tenere il passo con le mutevoli abitudini di consumo. Il prossimo Cio dovrà sviluppare strategie innovative per coinvolgere un pubblico più giovane e diversificato, assicurando che le Olimpiadi rimangano rilevanti nell’era dei social media e dello streaming. Questo problema incombe, richiedendo un’attenzione immediata e incrollabile, tenendo conto della fioritura dell’intelligenza artificiale, cosi’ come della recente creazione degli ‘Olympic Esports Games’, originariamente pianificati per l’Arabia Saudita, che ora sono stati posticipati al 2027.

I CANDIDATI Ma chi sono i sette candidati? Ci sono i più familiari come Sebastian Coe, britannico, numero uno dell’atletica leggera mondiale ed ex due volte campione olimpico dei 1500 metri, Kirsty Coventry, plurimedagliata olimpica nel nuoto (7 medaglie) e ministro dello sport dello Zimbabwe, e Juan Antonio Samaranch Jr., spagnolo, vicepresidente del Cio e figlio del leggendario ex presidentissimo. Meno conosciuti, David Lappartient, francese, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, il principe Feisal Al Hussein di Giordania, Morinari Watanabe, giapponese, presidente della Federazione Internazionale di Ginnastica e Johan Eliasch, svedese, magnate degli affari e presidente della Federazione Internazionale di Sci e Snowboard.

Sebbene nessun candidato si distingua come un chiaro rivale da battere, personaggi come Coe, Samaranch e Coventry sono stati spesso menzionati come probabili successori di Bach. Ognuno incarna una visione distinta per il movimento olimpico, che spazia dalla conservazione dei valori tradizionali ad un approccio più progressista e moderno. Tuttavia, in un’elezione in cui ogni voto è decisivo, il risultato finale potrebbe dipendere da alleanze dell’ultimo minuto e promesse strategiche. Resta da vedere in quale direzione i membri, tra cui dirigenti sportivi, dirigenti aziendali, teste coronati e miliardari, desiderano portare le Olimpiadi.

Coe, due volte campione olimpico nei 1.500 metri nell’atletica leggera, con la sua capacità di attrarre l’attenzione dei media e la sua vasta esperienza come organizzatore dei Giochi olimpici di Londra 2012, è visto come l’uomo con il profilo perfetto per guidare il movimento olimpico. Tuttavia, la sua posizione ferma e controversa su questioni come l’esclusione degli atleti russi o i premi in denaro ai vincitori della medaglia d’oro a Parigi 2024 ha creato sia ammiratori che detrattori. Coe e Coventry, hanno fortemente sostenuto la “protezione dello sport femminile”. 

Samaranch Jr. rappresenta la continuità dell’eredità di suo padre. Nonostante la sua mancanza di esperienza come atleta, il suo profilo manageriale e la vicinanza al mondo del marketing lo rendono un candidato interessante per un Cio che cerca di massimizzare i suoi ricavi. È pronto a consentire agli atleti russi e bielorussi di competere sotto una bandiera neutrale a Milano Cortina 2026. Ha stretti legami con il Comitato olimpico cinese (è stato presidente della Commissione di coordinamento di Pechino 2022). Il suo legame con il passato potrebbe essere un’arma a doppio taglio, poiché la sua amministrazione sarà inevitabilmente legata alle controversie che circondano il mandato di suo padre.

Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale e del Comitato Olimpico Francese, è un abile negoziatore e ha sostenuto progetti innovativi come l’inclusione degli E-sport nel programma olimpico. La sua candidatura è offuscata dalla mancanza di esperienza come atleta di alto livello che potrebbe giocare a suo sfavore rispetto a personaggi come Coe. L’elezione di Kirsty Coventry, l’unica donna candidata, potrebbe essere una svolta storica per il Cio.

Con un’invidiabile carriera olimpica nel nuoto e una significativa esperienza politica nel suo paese, Coventry è vista come una leader in grado di integrare la prospettiva degli atleti e rafforzare l’inclusione all’interno del movimento olimpico. Coventry ha adottato un approccio conservativo all’inclusione degli atleti transgender, mirando non a riscrivere le regole esistenti ma a incoraggiare la cooperazione tra le federazioni per un quadro comune.

Il principe Al-Hussein di Giordania si candida su una piattaforma incentrata sulla lotta alle molestie e agli abusi nello sport e sulla promozione dell’uguaglianza di genere e del dialogo. Il principe Feisal ha dimostrato un forte impegno per l’inclusione e la creazione di un ambiente più sicuro per gli atleti sottolineando la necessita’ di dare all’Africa e all’America Latina una giusta possibilità di ospitare i Giochi olimpici.

Eliasch ha dimostrato la sua capacità di gestire le organizzazioni da una prospettiva aziendale proponendo l’uso di tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, per ottimizzare la gestione degli eventi olimpici e migliorare l’esperienza dei fan. Ha anche sottolineato l’importanza di adattare le sedi per i Giochi invernali alla sostenibilità, tenendo conto degli effetti del cambiamento climatico.

Infine, Watanabe si distingue per il suo approccio radicale e preciso. È il meno conservatore di tutti. La sua proposta di tenere i Giochi olimpici estivi contemporaneamente in cinque città di continenti diversi e di trasmetterli potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono concepiti i Giochi. Una proposta accolta con scetticismo da alcuni ma Watanabe sostiene che sarebbe un modo per rendere i Giochi più inclusivi e rappresentativi dell’intero mondo. 

AGI – L’elezione del nuovo presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), attesa per giovedì dalla riunione dell’esecutivo a Costa Navarino, in Grecia, non è mai stata così incerta: sette i candidati per guidare lo sport mondiale, un record in 130 anni. La scelta ha tanti risvolti politici con Los Angeles 2028 all’orizzonte e questioni come l’inclusione dei transgender, il doping, l’intelligenza artificiale, i conflitti politici che da tempo saturano le agende.
I 109 membri del Cio sono chiamati a scegliere, a scrutinio segreto, il nuovo numero uno del Cio che stavolta potrebbe essere la prima presidente donna dell’organizzazione fondata il 23 giugno 1894 da Pierre de Coubertin per far rinascere i Giochi olimpici. A due passi da Olimpia, sulla costa greca rivolta verso l’Italia – il Paese delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi, quelle di Milano Cortina 2026 – la 144ma sessione giovedì pomeriggio eleggerà il successore di Thomas Bach.
Tre gli italiani che voteranno, Ivo Ferriani, Giovanni Malagò e Federica Pellegrini. Il 71enne Bach, tedesco, avvocato di formazione, campione olimpico nella scherma a squadre a Montreal ’76, dopo quasi 12 anni lascia l’incarico da cui scade il 23 giugno. Il nuovo Comitato Olimpico Internazionale si confronterà con un punto di svolta storico, in cui ogni decisione porterà con sè il peso di un’eredità. – LE PROSSIME SFIDE DEL CIO: Tra le sfide più importanti c’è la spinosa questione della partecipazione degli atleti transgender alle competizioni assolute. Al momento il Cio ne consente l’inclusione ma l’assenza di una regola universale ha provocato una cascata di reazioni, in particolare negli Stati Uniti, dove la questione tocca il nocciolo dei valori sociali, poiché l’amministrazione di Donald Trump ha introdotto politiche restrittive sulla questione. In vista dei Giochi di Los Angeles 2028 il nuovo presidente deve essere preparato a dialogare con Trump.
– QUESTIONE RUSSIA: Il prossimo presidente del Cio dovrà destreggiarsi nella delicata questione del ritorno della Russia sia sul palcoscenico sportivo internazionale che sulla scena olimpica. Inno, bandiera e acronimo ‘Rus’ alle Olimpiadi non ci sono da ben nove anni, vuoi per doping, vuoi per la violazione della Carta olimpica a seguito dell’intervento militare di Mosca in Ucraina. L’ultima volta della Russia risale ai Giochi estivi in Brasile nel 2016, poi solo sigle quasi anonime (ma sempre vincenti) da ‘Olympic Athletes from Russia’ ad ‘Individual Neutral Athletes’ passando per ‘Russian Olympic Committee’. Se alla Russia sarà consentito di tornare in tempo per Milano Cortina 2026 sarà probabilmente una delle questioni determinanti della nuova presidenza quando entrerà in carica a giugno.
– IA ED ESPORTS GAMES In un mondo sempre più interconnesso, il Cio non può permettersi di ignorare la rivoluzione digitale. I Giochi non sono più solo uno spettacolo sportivo, sono un fenomeno mediatico globale che deve evolversi per tenere il passo con le mutevoli abitudini di consumo. Il prossimo Cio dovrà sviluppare strategie innovative per coinvolgere un pubblico più giovane e diversificato, assicurando che le Olimpiadi rimangano rilevanti nell’era dei social media e dello streaming. Questo problema incombe, richiedendo un’attenzione immediata e incrollabile, tenendo conto della fioritura dell’intelligenza artificiale, cosi’ come della recente creazione degli ‘Olympic Esports Games’, originariamente pianificati per l’Arabia Saudita, che ora sono stati posticipati al 2027.
– I CANDIDATI Ma chi sono i sette candidati? Ci sono i più familiari come Sebastian Coe, britannico, numero uno dell’atletica leggera mondiale ed ex due volte campione olimpico dei 1500 metri, Kirsty Coventry, plurimedagliata olimpica nel nuoto (7 medaglie) e ministro dello sport dello Zimbabwe, e Juan Antonio Samaranch Jr., spagnolo, vicepresidente del Cio e figlio del leggendario ex presidentissimo. Meno conosciuti, David Lappartient, francese, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, il principe Feisal Al Hussein di Giordania, Morinari Watanabe, giapponese, presidente della Federazione Internazionale di Ginnastica e Johan Eliasch, svedese, magnate degli affari e presidente della Federazione Internazionale di Sci e Snowboard.
Sebbene nessun candidato si distingua come un chiaro rivale da battere, personaggi come Coe, Samaranch e Coventry sono stati spesso menzionati come probabili successori di Bach. Ognuno incarna una visione distinta per il movimento olimpico, che spazia dalla conservazione dei valori tradizionali ad un approccio più progressista e moderno. Tuttavia, in un’elezione in cui ogni voto è decisivo, il risultato finale potrebbe dipendere da alleanze dell’ultimo minuto e promesse strategiche. Resta da vedere in quale direzione i membri, tra cui dirigenti sportivi, dirigenti aziendali, teste coronati e miliardari, desiderano portare le Olimpiadi.
Coe, due volte campione olimpico nei 1.500 metri nell’atletica leggera, con la sua capacità di attrarre l’attenzione dei media e la sua vasta esperienza come organizzatore dei Giochi olimpici di Londra 2012, è visto come l’uomo con il profilo perfetto per guidare il movimento olimpico. Tuttavia, la sua posizione ferma e controversa su questioni come l’esclusione degli atleti russi o i premi in denaro ai vincitori della medaglia d’oro a Parigi 2024 ha creato sia ammiratori che detrattori. Coe e Coventry, hanno fortemente sostenuto la “protezione dello sport femminile”. 
Samaranch Jr. rappresenta la continuità dell’eredità di suo padre. Nonostante la sua mancanza di esperienza come atleta, il suo profilo manageriale e la vicinanza al mondo del marketing lo rendono un candidato interessante per un Cio che cerca di massimizzare i suoi ricavi. È pronto a consentire agli atleti russi e bielorussi di competere sotto una bandiera neutrale a Milano Cortina 2026. Ha stretti legami con il Comitato olimpico cinese (è stato presidente della Commissione di coordinamento di Pechino 2022). Il suo legame con il passato potrebbe essere un’arma a doppio taglio, poiché la sua amministrazione sarà inevitabilmente legata alle controversie che circondano il mandato di suo padre.
Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale e del Comitato Olimpico Francese, è un abile negoziatore e ha sostenuto progetti innovativi come l’inclusione degli E-sport nel programma olimpico. La sua candidatura è offuscata dalla mancanza di esperienza come atleta di alto livello che potrebbe giocare a suo sfavore rispetto a personaggi come Coe. L’elezione di Kirsty Coventry, l’unica donna candidata, potrebbe essere una svolta storica per il Cio.
Con un’invidiabile carriera olimpica nel nuoto e una significativa esperienza politica nel suo paese, Coventry è vista come una leader in grado di integrare la prospettiva degli atleti e rafforzare l’inclusione all’interno del movimento olimpico. Coventry ha adottato un approccio conservativo all’inclusione degli atleti transgender, mirando non a riscrivere le regole esistenti ma a incoraggiare la cooperazione tra le federazioni per un quadro comune.
Il principe Al-Hussein di Giordania si candida su una piattaforma incentrata sulla lotta alle molestie e agli abusi nello sport e sulla promozione dell’uguaglianza di genere e del dialogo. Il principe Feisal ha dimostrato un forte impegno per l’inclusione e la creazione di un ambiente più sicuro per gli atleti sottolineando la necessita’ di dare all’Africa e all’America Latina una giusta possibilità di ospitare i Giochi olimpici.
Eliasch ha dimostrato la sua capacità di gestire le organizzazioni da una prospettiva aziendale proponendo l’uso di tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, per ottimizzare la gestione degli eventi olimpici e migliorare l’esperienza dei fan. Ha anche sottolineato l’importanza di adattare le sedi per i Giochi invernali alla sostenibilità, tenendo conto degli effetti del cambiamento climatico.
Infine, Watanabe si distingue per il suo approccio radicale e preciso. È il meno conservatore di tutti. La sua proposta di tenere i Giochi olimpici estivi contemporaneamente in cinque città di continenti diversi e di trasmetterli potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono concepiti i Giochi. Una proposta accolta con scetticismo da alcuni ma Watanabe sostiene che sarebbe un modo per rendere i Giochi più inclusivi e rappresentativi dell’intero mondo. 

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