AGI –
“Ho visto nascere una valanga di una serie di presunti sedicenti esperti, che si spacciano per guru di una materia che non consente sosta nemmeno a chi è bravo, che hanno portato il nostro paese, con l’accondiscendenza della politica, a una condizione irreversibile”. Lo ha affermato Umberto Rapetto consigliere per la sicurezza del Comune di Milano ed ex Generale della Guardia di Finanza, già fondatore e Comandante del Gat – Nucleo Speciale Frodi Telematiche, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “L’Italia, Paese di complotti e intercettazioni?” e dedicata al caso Equalize e alle vicende di violazione della privacy.
“Si può fare poco”, ha detto Repetto, “Siamo embedded. Se dobbiamo cercare il colpevole, lo troviamo nei dispositivi di uso comune, dallo smartphone a tutti quegli strumenti nati per vivere meglio, ma che hanno un lato b della medaglia. Lo Stato non è più capace di difendersi. Sono state scelte persone incapaci di fare determinati mestieri e ora ne paghiamo il prezzo”. Sul caso Intesa San Paolo si è verificata “non solo la mancata adozione di misure di sicurezza che erano elementari, ma con l’incapacità di accorgersi che era successo qualcosa Ci hanno messo 2 anni e mezzo a capire che un dipendente di una filiale sperduta poteva fare quello che voleva”.
Quanto al caso Sogei per Rapetto non c’è un legame diretto con Equalize “ma c’è una concatenazione. Uno fa un nome e sollecita la curiosità. Si sta creando un effetto domino che non è destinato a finire a breve. Nel caso Sogei non c’erano procedure che fossero validate e rispettate. Ognuno che aveva una posizione di privilegio poteva dar luogo a operazioni che hanno portato ai risultati che stiamo vedendo”.