• 23 Novembre 2024 1:38

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Vanoli come Giampaolo? I tifosi del Toro già tremano

Nov 1, 2024

AGI – Lo spettacolo calcistico che il Torino ha messo in mostra il 31 ottobre contro la Roma, in un Olimpico che, almeno in partenza, era dichiaratamente ostile con la squadra di casa come succede ormai da diverse settimane, è un qualcosa che rasenta l’oscenità, la vergogna. Non si offenda nessuno ma l’undici schierato da Vanoli nel primo tempo farebbe fatica – in questo momento storico – a fare bella figura anche in serie C. Passaggi sbagliati, palloni buttati via manco fossimo all’oratorio, timidezza nei contrasti, zero fraseggi in mezzo al campo, forse un paio di iniziative in attacco. E non è che la musica sia cambiata nella ripresa quando il tecnico ha cambiato diversi giocatori e rivisto più volte il modulo. Niente.

 

I granata hanno lasciato la Capitale portando a casa la quarta sconfitta nelle ultime cinque partite di campionato, senza contare l’eliminazione dalla Coppa Italia grazie al 2-1 che l’Empoli ha conquistato sul terreno dello stadio Grande Torino. Dopo il match con la Roma, il tecnico granata ha espresso tutta la sua delusione, ha detto di essere arrabbiato ed ha accusato i suoi giocatori di scarsa personalità, di atteggiamento troppo passivo, di poca determinazione.

 

I tifosi, da tempo impegnati a contestare il presidente Cairo per aver indebolito una squadra già modesta che aveva chiuso l’anno precedente al nono posto, cominciano davvero a preoccuparsi. Le prossime due partite di campionato sono da brivido: a Torino, domenica 3 novembre, sale una Fiorentina in ottima salute, terza in classifica e reduce da sei successi consecutivi, comprese due gare in Conference League. E il 9 novembre è di scena il derby (in casa dei bianconeri) e qui la rassegnazione della tifoseria granata è ben supportata dalla cruda statistica: nei 19 anni di presidenza Cairo, tra campionato e Coppa Italia, il Torino ha vinto una sola partita (aprile 2015), ne ha pareggiate 6 e ne ha perse ben 23. Insomma, se si dovesse dare retta all’oggettività dei numeri, i granata, attualmente al nono posto in classifica con 14 punti, 6 in più rispetto ai penultimi Monza, Venezia e Lecce, rischiano di trovarsi davanti a un precipizio.

 

 

Una realtà che nemmeno il tifoso più pessimista aveva messo in conto alla vigilia della stagione. Una realtà che, facendo i debiti scongiuri, riporta all’annata 2020-21 quando sulla panchina c’era Marco Giampaolo, tecnico visionario reduce da una sfortunata esperienza di pochissimi mesi al Milan, preceduti però da tre anni brillanti alla Sampdoria. All’ombra della Mole Giampaolo è rimasto per 18 partite (2 vittorie, 7 pareggi e 9 vittorie), poi è scattato l’esonero. Era andato in confusione, con la squadra si era creato una sorta di cortocircuito, la sfortuna andava di pari passo con la sfiducia e tutto l’ambiente si era un po’ perso. Quell’anno il Torino si è poi salvato per il rotto della cuffia grazie alla ‘cazzimma’ che ha saputo trasmettere un granatissimo come Nicola.

 

Ecco, Vanoli, al suo primo anno su una panchina di serie A, non sembra capace di trasmettere grinta e rabbia ai suoi ragazzi, che scendono in campo come fossero imbambolati e intimoriti, come se il pallone fosse per loro un curioso strumento di lavoro. Dopo un’ottima partenza in campionato con schemi di gioco che hanno affascinato gli addetti ai lavori, tanto parlare di ‘vanolismo’, i granata si sono sciolti alla prima sconfitta e non si sono più ripresi. La sfortuna, ovviamente, ci ha messo del suo, a cominciare dall’infortunio di capitan Zapata, il giocatore più rappresentativo della squadra, capace di fare reparto da solo con la sua strapotenza fisica e l’innato senso del gol. Ma già con il bomber colombiano il Torino aveva perso certe sicurezze, non era più brillante come a inizio stagione e aveva incassato le prime sconfitte.

 

 

A Roma Vanoli, tecnico certamente ambizioso e forse anche lui visionario, ha dato la netta l’impressione di non avere il polso della situazione e di non avere ancora capito come poter valorizzare in campo giocatori, sinceramente modesti, che la società gli ha messo a disposizione. Possibile che il mister stia andando in confusione? Che cosa vede durante la settimana quando allena la squadra? Che cosa riesce a trasmettere? Sono tutte domande che in queste settimane tormentano il tifoso granata, costretto poi ad assistere a spettacoli davvero imbarazzanti in campo. L’unica vittoria (quella col Como), in mezzo a questo filotto negativo di partite, la si deve alle parate del portiere e all’incoscienza di un ragazzo della Primavera che ha approfittato di un errore della difesa avversaria. Il resto è nebbia fitta. Dunque, Vanoli come Giampaolo? Chi ha il cuore granata si augura ovviamente di no. Ma se le prossime partite dovessero andare come da pronostico (scontato) allora ci sarebbe davvero da preoccuparsi. E a quel punto neppure i presunti discorsi motivazionali di Cairo avrebbero più un senso.  

 

AGI – Lo spettacolo calcistico che il Torino ha messo in mostra il 31 ottobre contro la Roma, in un Olimpico che, almeno in partenza, era dichiaratamente ostile con la squadra di casa come succede ormai da diverse settimane, è un qualcosa che rasenta l’oscenità, la vergogna. Non si offenda nessuno ma l’undici schierato da Vanoli nel primo tempo farebbe fatica – in questo momento storico – a fare bella figura anche in serie C. Passaggi sbagliati, palloni buttati via manco fossimo all’oratorio, timidezza nei contrasti, zero fraseggi in mezzo al campo, forse un paio di iniziative in attacco. E non è che la musica sia cambiata nella ripresa quando il tecnico ha cambiato diversi giocatori e rivisto più volte il modulo. Niente.
 
I granata hanno lasciato la Capitale portando a casa la quarta sconfitta nelle ultime cinque partite di campionato, senza contare l’eliminazione dalla Coppa Italia grazie al 2-1 che l’Empoli ha conquistato sul terreno dello stadio Grande Torino. Dopo il match con la Roma, il tecnico granata ha espresso tutta la sua delusione, ha detto di essere arrabbiato ed ha accusato i suoi giocatori di scarsa personalità, di atteggiamento troppo passivo, di poca determinazione.
 
I tifosi, da tempo impegnati a contestare il presidente Cairo per aver indebolito una squadra già modesta che aveva chiuso l’anno precedente al nono posto, cominciano davvero a preoccuparsi. Le prossime due partite di campionato sono da brivido: a Torino, domenica 3 novembre, sale una Fiorentina in ottima salute, terza in classifica e reduce da sei successi consecutivi, comprese due gare in Conference League. E il 9 novembre è di scena il derby (in casa dei bianconeri) e qui la rassegnazione della tifoseria granata è ben supportata dalla cruda statistica: nei 19 anni di presidenza Cairo, tra campionato e Coppa Italia, il Torino ha vinto una sola partita (aprile 2015), ne ha pareggiate 6 e ne ha perse ben 23. Insomma, se si dovesse dare retta all’oggettività dei numeri, i granata, attualmente al nono posto in classifica con 14 punti, 6 in più rispetto ai penultimi Monza, Venezia e Lecce, rischiano di trovarsi davanti a un precipizio.
 

 
Una realtà che nemmeno il tifoso più pessimista aveva messo in conto alla vigilia della stagione. Una realtà che, facendo i debiti scongiuri, riporta all’annata 2020-21 quando sulla panchina c’era Marco Giampaolo, tecnico visionario reduce da una sfortunata esperienza di pochissimi mesi al Milan, preceduti però da tre anni brillanti alla Sampdoria. All’ombra della Mole Giampaolo è rimasto per 18 partite (2 vittorie, 7 pareggi e 9 vittorie), poi è scattato l’esonero. Era andato in confusione, con la squadra si era creato una sorta di cortocircuito, la sfortuna andava di pari passo con la sfiducia e tutto l’ambiente si era un po’ perso. Quell’anno il Torino si è poi salvato per il rotto della cuffia grazie alla ‘cazzimma’ che ha saputo trasmettere un granatissimo come Nicola.
 
Ecco, Vanoli, al suo primo anno su una panchina di serie A, non sembra capace di trasmettere grinta e rabbia ai suoi ragazzi, che scendono in campo come fossero imbambolati e intimoriti, come se il pallone fosse per loro un curioso strumento di lavoro. Dopo un’ottima partenza in campionato con schemi di gioco che hanno affascinato gli addetti ai lavori, tanto parlare di ‘vanolismo’, i granata si sono sciolti alla prima sconfitta e non si sono più ripresi. La sfortuna, ovviamente, ci ha messo del suo, a cominciare dall’infortunio di capitan Zapata, il giocatore più rappresentativo della squadra, capace di fare reparto da solo con la sua strapotenza fisica e l’innato senso del gol. Ma già con il bomber colombiano il Torino aveva perso certe sicurezze, non era più brillante come a inizio stagione e aveva incassato le prime sconfitte.
 

 
A Roma Vanoli, tecnico certamente ambizioso e forse anche lui visionario, ha dato la netta l’impressione di non avere il polso della situazione e di non avere ancora capito come poter valorizzare in campo giocatori, sinceramente modesti, che la società gli ha messo a disposizione. Possibile che il mister stia andando in confusione? Che cosa vede durante la settimana quando allena la squadra? Che cosa riesce a trasmettere? Sono tutte domande che in queste settimane tormentano il tifoso granata, costretto poi ad assistere a spettacoli davvero imbarazzanti in campo. L’unica vittoria (quella col Como), in mezzo a questo filotto negativo di partite, la si deve alle parate del portiere e all’incoscienza di un ragazzo della Primavera che ha approfittato di un errore della difesa avversaria. Il resto è nebbia fitta. Dunque, Vanoli come Giampaolo? Chi ha il cuore granata si augura ovviamente di no. Ma se le prossime partite dovessero andare come da pronostico (scontato) allora ci sarebbe davvero da preoccuparsi. E a quel punto neppure i presunti discorsi motivazionali di Cairo avrebbero più un senso.  
 

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