• 24 Novembre 2024 4:56

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Bce: rischi per la crescita orientati verso il basso, l’inflazione potrebbe scendere nel 2025

Ago 1, 2024

AGI – “I rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso”. Lo rileva la Bce nel suo ultimo bollettino economico.
L’espansione dell’area dell’euro “risentirebbe di un indebolimento dell’economia mondiale o dell’acuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economie”. Per la Bce “la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente rappresentano significative fonti di rischio geopolitico”. Ciò potrebbe “indurre una perdita di fiducia riguardo al futuro in famiglie e imprese e produrre interruzioni negli scambi internazionali”.

L’espansione economica potrebbe inoltre “risultare più contenuta se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese”. Potrebbe invece “risultare superiore se l’inflazione diminuisse più rapidamente del previsto e se l’incremento della fiducia e dei redditi reali comportasse aumenti della spesa maggiori di quanto anticipato, oppure se la crescita dell’economia mondiale fosse più forte delle aspettative”. 

 

L’economia nell’area euro nel secondo trimestre

Nel secondo trimestre del 2024 l’economia dell’area dell’euro “è cresciuta, seppur a un ritmo probabilmente inferiore rispetto al primo trimestre”. Lo rileva la Bce nell’ultimo bollettino economico.

 

I servizi, annota la Bce, “continuano a trainare la ripresa, mentre la produzione industriale e le esportazioni di beni risultano deboli”. Gli indicatori relativi agli investimenti segnalano “una crescita modesta nel 2024, in un contesto di accresciuta incertezza”.

 

In prospettiva, specifica il testo, “ci si attende che la ripresa sia sostenuta dai consumi, sospinti dal rafforzamento dei redditi reali derivante dal calo dell’inflazione e dall’incremento dei salari nominali”. Inoltre, le esportazioni “aumentare a fronte della crescita della domanda mondiale”. In conclusione, la politica monetaria, col tempo, “dovrebbe esercitare un effetto frenante meno incisivo sulla domanda”.

 

L’inflazione

 L’inflazione interna “resta elevata”. I salari continuano “a crescere a un ritmo sostenuto, compensando il passato periodo di alta inflazione”. Lo rileva la Bce nel suo ultimo bollettino economico.

 

Salari nominali più elevati, in aggiunta alla bassa produttività, annota la Bce “hanno contribuito alla crescita del costo del lavoro per unita’ di prodotto, che ha tuttavia segnato una certa decelerazione nel primo trimestre di quest’anno”. Per effetto dello sfalsamento degli adeguamenti salariali e del notevole contributo dei pagamenti una tantum, “è probabile che nel breve termine la crescita del costo del lavoro rimanga elevata”.

 

Allo stesso tempo, i dati recenti sui redditi per occupato sono in linea con le aspettative e gli ultimi indicatori basati sulle indagini congiunturali segnalano “una moderazione della dinamica salariale nel corso del prossimo anno”. Inoltre, gli utili hanno registrato “una contrazione nel primo trimestre, contribuendo a compensare l’effetto inflazionistico del più elevato costo del lavoro per unita’ di prodotto, e i risultati delle indagini suggeriscono che dovrebbero continuare a subire una flessione nel breve periodo”.

La Bce si attende che “l’inflazione oscilli intorno ai livelli attuali per il resto dell’anno, in parte a causa degli effetti base connessi all’energia, per poi scendere approssimandosi all’obiettivo nella seconda metà del prossimo anno, in conseguenza della più debole crescita del costo del lavoro, degli effetti della politica monetaria restrittiva perseguita dal Consiglio direttivo e del venir meno dell’impatto del passato aumento dell’inflazione”. Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine “sono rimaste sostanzialmente stabili, collocandosi prevalentemente intorno al 2 per cento”. 

 

I tassi

Il Consiglio direttivo della Bce “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire tale scopo”. 

Per determinare “livello e durata adeguati della restrizione”, il Consiglio direttivo “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse, specifica la Bce, “saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”. Il Consiglio direttivo “non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

 

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