AGI – Un pubblico ministero della procura di Roma nel corso dell’udienza di convalida di un arresto ha parlato di “guerra tra bande per spartirsi la gestione del crimine“. Perché quello che avviene nella metropolitana della Capitale, con episodi di violenza e risse tra borseggiatori, viene considerato “un fenomeno allarmante”. E dunque, ha ammonito, “se non si interviene in maniera netta, prima o poi potrebbe scapparci il morto“. Era lo scorso 15 luglio e le carte finite sul tavolo del giudice di piazzale Clodio raccontavano di una maxi rissa avvenuta nella fermata Barberini della metro A: a darsele di santa ragione erano stati cinque cittadini, divisi tra ‘latinos’ e nordafricani.
Sono trascorsi dodici giorni, gli episodi di violenza sono proseguiti e in una citta’ che si prepara al Giubileo hanno assunto tratti che sembrano quelli di un’emergenza. Lo scorso 24 luglio, nella stessa fermata, un borseggiatore ha spruzzato dello spray urticante al peperoncino. Il motivo? Un probabile tentativo di fuga: “Stava derubando una donna”, hanno riferito alcuni viaggiatori. Uno stratagemma che sarebbe utilizzato dalle gang dei latinos per sfuggire a chi cerca di bloccarli.
E tornando indietro di soli quattro giorni le cronache raccontano di tre giovani che si sono affrontati all’altezza della metropolitana Tiburtina, scatenando una rissa che ha costretto la polizia ferroviaria a intervenire. Uno dei fermati aveva con sé un’arma da taglio.
Episodi che si susseguono, con i passeggeri di turno che immancabilmente accendono le camere degli smartphone per immortalare i fatti e postarli sui social, scatenando l’indignazione nei commenti. Tra le vittime, il 3 luglio, anche un ragazzo di trent’anni, malato di cancro, che stava raggiungendo il policlinico Umberto I per la chemioterapia: era stato aggredito alle spalle per poche decine di euro.
E almeno in un’occasione, si vede in un video pubblicato sulla pagina “Welcome to Roma”, il caos creato da un borseggiatore ha rallentato la corsa di un treno nella fermata Re di Roma, con il convoglio rimasto fermo per qualche istante. Un fenomeno che carabinieri, polizia di Stato e le altre forze dell’ordine cercano di contrastare con specifici servizi anti borseggio: nelle prime due settimane di luglio, ad esempio, i militari dell’Arma hanno arrestato una ventina di persone.
E non mancano casi in cui, gli stessi borseggiatori, finiscono vittima dei loro aguzzini: ne sa qualcosa una donna di trentanove anni, incinta di otto mesi, pestata sulla metropolitana di Termini lo scorso 5 aprile. La polizia aveva fermato gli aggressori: avrebbero preteso dalla donna circa mille euro al giorno come provento dei furti che era costretta a commettere.